• sabato , 20 Aprile 2024

La Sacra ascesa

Che bel posto!”, dicevano.

Un’oretta di camminata”, dicevano.

Trascorrerete una giornata tranquilla in mezzo alla natura”, dicevano.

Sì. Bello. E pure faticoso. Ma non lamentiamoci, chè Felix Baumgartner si è fatto 39000 metri nel vuoto: cosa vuoi che siano don Dario-solo-sa-quanti-chilometri-di-cammino? Scarpe comode, abbigliamento sportivo, armatevi di tanta roba da sgranocchiare per recuperare le energie.

Ed allora eccoci pronti per partire: c’è chi pensa di partecipare alla sfilata autunno/inverno 2012-2013, chi invece sta per scalare il Monte Bianco, chi si è portato dietro le lasagne della nonna.

 

 7.45 tutti puntuali in cortile. Momento. Puntuali? Come no, non abbiamo aspettato 15 minuti per i soliti ritardatari che, tra l’altro, alla fine, non si sono presentati. Nonostante le aspettative (per intenderci: ottime per i professori, pessime per noi studenti), il viaggio inizia. Ed anche bene. Le casse da viaggio ultra potenti iniziano a vibrare al ritmo di musica ultra tamarra per risvegliare gli animi ancora sopiti. Arriviamo a destinazione con le orecchie tappate ed iniziamo a camminare senza nemmeno rendercene conto. Sosta bagno? No eh? No. I più trasgressivi si accendono addirittura una sigaretta al fondo della fila, al riparo da sguardi indiscreti (sì, certo) ed affrontano questa salita 98% di ripidità senza lamentarsi, mentre don Dario per incoraggiare quelli meno allenati ripete la solita canzoncina: “10 minuti e siamo arrivati”. Questi 10 minuti alla fine arrivano e ci ritroviamo in uno spiazzo meraviglioso: dopo esserci buttati a terra a peso morto, siamo in grado di ammirare un panorama che non si vede tutti i giorni e soprattutto non si trova dappertutto. Panorama che riusciamo ad apprezzare meglio anche grazie all’aiuto di don Natale, corpulento marines-professore di storia dell’arte che risponde pazientemente a tutte le (rarissime) domande.

 Salite, discese, scale, scalette, scalinate. Colonne, archi, pietre, mosaici, bassorilievi contribuiscono a rendere la Sacra di San Michele degna della nostra attenzione e del nostro interesse. Messa tutti insieme per poi concludere con un pranzo che placa gli animi affamati e dona effettivamente un po’ di energia. Energia sprecata comunque in un percorso fatto con amici e professori, che come noi faticano e sudano.

In un pellegrinaggio non ci sono professori e studenti, ma solo persone unite dalla fede. Ed allora c’è chi cammina lamentandosi continuamente, chi sopporta in silenzio, chi non fa neppure caso alla salita: l’importante è il punto d’arrivo.

 

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