• venerdì , 29 Marzo 2024

Il diritto di essere Cittadini

Il 17 e il 24 ottobre la sala audiovisivi ha ospitato due giovani studenti di giurisprudenza, i quali, invitati dal prof. Don Oni, hanno illustrato il Diritto Costituzionale alle II e III classico.

Si tratta di due ex allievi, Anna Donna e Marco Sala che, freschi di esame, sono abilmente riusciti a condensare in quattro ore i punti focali della nozione. 

La redazione non si è lasciata scappare l’occasione di un’ intervista.


Iniziando dall’argomento delle vostre lezioni, perchè è importante per noi ragazzi studiare la costituzione?

“La domanda più difficile”  esordisce Sala “perchè ci fa capire che lo Stato non è un ordinamento astratto, distante da noi cittadini. Tutta la società è basata su princìpi cristallizzati nella carta costituzionale che ci aiuta così a comprendere l’organizzazione del mondo in cui viviamo e come destreggiarci in esso”.

“Insomma entra in concreto nella vita di tutti i giorni” conclude Donna.

Per quale motivo avete scelto proprio la facoltà di giurisprudenza?

“Lei (indicando l’amica, ndr) perchè non è entrata a medicina” scherza Sala. Donna si schermisce: “Per quanto il diritto costituzionale ci fosse per lo più sconosciuto (a nostro tempo, infatti, non abbiamo avuto la possibilità di incontrare due eccelsi studenti di giurisprudenza, al contrario di voi oggi!) si tratta di una materia assai ampia che racchiude in sè molte affascinanti sfaccettature.

Inoltre la materia si presta come continuazione del liceo classico che, con le sue nozioni storico-filosofiche, la letteratura latina e greca ed in particolare il diritto romano, che sono componenti fondanti non solo del codice di ieri, ma anche di quello attuale”.

Un lato positivo del vostro campo di studio?

Nel rispondere gli occhi di Marco si illuminano: “Tutto ciò che studio, essendo questa materia onnicomprensiva, si esplicita nella concreta possibilità di aprire un quotidiano e capire davvero, alla radice, articoli di ogni argomento. Riguardo alla nomina di Monti, per esempio, siamo in grado di comprendere che ha alla base un istituto previsto dalla costituzione; o ancora che l’invasione di uno Stato è competenza del diritto internazionale. È tutto collegato, studianto il diritto si può arrivare a parlare di qualsiasi cosa, perfino dell’aria che respiriamo”.

“Il bello del diritto” prosegue Anna “consiste nella ratio che c’è in esso: non si tratta solo di apprendimento mnemonico, che pure è richiesto, ma di uno studio di ragionamento e riflessione sulle singole parole, come abbiamo potuto vedere durante la lezione parlando dei primi 45 articoli.

E non scordiamoci dei professori – Sono molti i docenti validi e soprattutto esperti nella loro materia come liberi professionisti”.

E ora uno negativo.

I due ragazzi non hanno peli sulla lingua nell’ammetere che: “l’organizzazione della facoltà lascia un po’ a desiderare, senza contare che la nuova sede è cadente; però noi in fondo siamo stati abituati troppo bene a Valsalice… si tratta comunque di dettgli tecnici che non vanno a intaccare il prestigio della materia stessa”.

Prima di salutarci: voi, che state vivendo in prima persona l’esperienza universitaria, che consigli dareste ad un eventuale futuro studente di giurisprudenza?

Ecco che cosa ci raccomandano: “Sicuramente un buon metodo di studio è alla base di tutto, perchè una volta formatosi quello, l’apprendimento risulta più semplice e redditizio con un minore dispendio di energia; la giurisprudenza, infatti, è una di quelle materie che richiedono uno studio costante per poi non ritrovarsi con l’acqua alla gola”.

Donna conclude: “Ragazzi, siate curiosi, lasciatevi travolgere dal desiderio di scoprire tutto ciò che vi sta attorno; subito la segue Sala, che ci sprona a tenere gli occhi aperti, non come scienziati, ma come cittadini compiutamente detti.

Appassionatevi a questa materia come a qualsiasi altro soggetto nella vostra vita”.

Lasciamo i due liberi di sfuggire alla morsa del Salice e ritornare ai loro studi.

E che il loro entusiamo possa essere di ispirazione per tutti gli studenti.

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