• venerdì , 29 Marzo 2024

Artissima 2012, ritorno al futuro

 

Andy Warhol arriva in Italia e prende ispirazione dal Vesuvio.

Si è ormai conclusa Artissima, il consueto appuntamento artistico torinese. Protrattasi dal 9 all’11 novembre, la mostra ha richiamato a sè visitatori di tutte le età e collezionisti di tutta Europa. Si è svolta all’Oval del Lingotto, facilmente raggiungibile dal centro con la metro. Artissima è una mostra di arte contemporanea, seconda, in Italia solo alla fiera di Bologna.

Passeggiando per i sentieri colorati della mostra, che presentano tutte le pigmentazioni dell’arcobaleno, si compie un viaggio tra  le forme d’arte oggi presenti, che spaziano dalla pittura, alla scultura, alla fotografia, alla progettazione di edifici ed a particolari installazioni luminose. E’ possibile osservare uomini alti quattro metri, serpenti attorcigliati su palloncini, valorizzati dalla spettacolare luminaria, uova giganti di gesso, cinture gigantesche, tele con appiccicati chewingums e tante altre opere,  frutto di menti geniali e folli. Diceva infatti Aristotele: ” Non esiste grande genio senza una buona dose di follia.” Effettivamente le opere  esposte  sono espressione dei più disparati generi e molte di esse rasentano il limite della comprensione.

All’inizio del sentiero verde,  appare una civetta accasciata su una scatola, con gli occhi cerulei spenti ed i muscoli rilassati, come avvolta in un sonno eterno. Molte delle opere qui esposte non sono destinate a fungere da semplici pezzi d’arredamento, ma rappresentano strumenti concettuali, attraverso i quali l’artista vuol far riflettere e vuole trasmettere un messaggio a lui particolarmente caro.

Proseguendo sul sentiero verde, uno strano suono, profondo  ed inquietante, accoglie il visitatore. Quel suono, attraverso una fune invisibile, trascina a sè l’ascoltatore, come il flauto del pifferaio magico o come un film horror incolla gli occhi dello spettatore allo schermo. La musica proviene da un piccolo televisore, incastonato nella parete sottile, che trasmette a ripetizione un filmato, in bianco e nero, in cui un teschio è attraversato da getti di vernice.  Classico esempio di arte definita “non arte”: lo spettatore non riesce a carpire nessun messaggio da essa, se non grazie all’aiuto di un critico, e non è neppure dilettato dalla sua visione. Spesso, e sempre di più, l’arte contemporanea è posta in secondo piano rispetto a quelle classica e moderna, a causa della sua diversità, anche di realizzazione; in realtà, per comprenderla, occorre immedesimarsi nel  bisogno tutto nuovo dell’artista di esprimere il proprio “io” e di differenziarsi dagli altri (pensiamo ad  Andy Warhol). Del resto, arte è tutto ciò che scatena qualcosa in noi.

 Sul sentiero rosso sembra, per un attimo, di essere tornati  all’arte classica: una foto mostra un affresco della  Villa dei Misteri di Pompei. L’occhio, ormai assuefatto alle stranezze, non si rassegna  all’idea di normalità, perciò l’istinto conduce il visitatore ad avvicinarsi  alla foto, alla ricerca di quel tocco in più, che deve esserci per rendere l’immagine un’opera d’arte contemporanea . Ed ecco apparire,  tra i vari personaggi dell’affresco, la figura di un miserioso uomo cinese: è Liu Bolin, l’artista,  specializzato in mimetizzazione.  Ama  inserire se stesso, nei suoi lavori, fra le immagini e gli  scorci più famosi del mondo.

Girovagando tra i vari stand è possibile incontrare gli artisti, confrontarsi e parlare con loro. L’arte non ha età, è immortale.  Non è necessario conoscerla per passare un bel pomeriggio di novembre. Artissima è il luogo in cui la fantasia spicca il volo, in cui un un drago o una ruota insanguinata sono le cose più comuni. Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole, come disse Pablo Picasso.

 

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