• venerdì , 29 Marzo 2024

Siamo sicuri delle nostre certezze?

Noi del Salice, sempre attivi, oggi abbiamo partecipato alla conferenza del 5 febbraio presenziata a Valsalice dal prof. Camillo VELLANO (Biologo, già Docente presso l’Università di Torino) sul evoluzionismo darwiniano e il creazionismo.

Dopo una breve introduzione sulla vita di Darwin (non proprio banale e sedentaria,

Charles Darwin (1809-1882)

se pensiamo che si imbarcò sul Beagle a soli 22 anni) ci siamo interessati a chi prima di lui aveva teorizzato,  almeno in parte, l’evoluzione della specie:  partendo così da Anassimandro, che già nel VI sec. a.C.  sosteneva che la vita derivasse da esseri viventi marini adattatisi alla terra ferma, passiamo ad Empedocle (V sec. a.C.), poi Aristotele (IV sec. a. C.), che intravede una sorta di evoluzione e selezione naturale tra gli esseri viventi,  per poi vedere Sant’Agostino, che sostiene che Dio non creò il mondo così come lo vediamo oggi, ma in un modo molto più rudimentale, sebbene avesse la capacità di mutare e di evolversi.  Si passa poi al conte Buffon (1707-1788) che invece sostiene il fissismo, ovvero l’immutabilità delle specie; il cavaliere de Lamark (1744-1829) che concepisce un’evoluzione delle specie, ovvero un adattamento della specie all’ambiente circostante, ma al tempo stesso l’ereditarietà dei caratteri, per questo non accettato dalla comunità scientifica del’epoca. Vediamo poi il paleontologo Cavier (1769-1832) che riprende l’idea fissista di Buffon, e spiega i suoi incredibili ritrovamenti (si stava in quel periodo cominciando a fare studi di paleontologia che portavano alla luce ossa di esseri enormi e mostruosi come i dinosauri, inspiegati dalla scienza dell’epoca) con immani catastrofi come il diluvio universale, che avrebbero spazzato via intere specie.  E ancora, tra gli evoluzionisti si aggiungono Kant, Erasmus Darwin (zio del “nostro” Darwin) e Spencer. Si deve però notare che nessuno di questi,  sebbene abbiano contribuito in modo più o meno importante alla teoria darwiniana, ha esplicitato un corpo teorico con la chiarezza di Darwin.

Passiamo poi a vedere i vari pensieri odierni; incominciamo con la frammentaria e a volte contraddittoria visone ebraica della questione. Infatti ci sono molti rabbini che si esprimono, passando dall’apertura del Concilio Rabbinico Americano, che ritiene che la teoria evoluzionistica non contrasti con l’insegnamento dell’ebraismo, alla visione chiusa degli ultra-ortodossi che sono apertamente in opposizione con questa tesi, in particolare se entra in conflitto con la Torah; ci sono però punti di vista interessanti, che si staccano dall’ambito prettamente scientifico, come chi considerò le implicazioni morali di quest’idea, ovvero che la natura sia un campo di battaglia dove il vincitore sarà degno di evolvere, mentre il vinto destinato all’estinzione.

Averroè

Averroè (1126-1198)

Consideriamo in seguito la posizione dell’islamismo, che viene definito coranocentrico, ovvero che si riferisce unicamente al Corano, e dunque porta, nell’islamismo moderato, al concordarismo, cioè l’interpretazione di passaggi del Corano come spiegazioni (o presunte tale) della scienza moderna. C’è però anche la visione più conservatrice che sostiene il creazionismo islamico, dovuto a molti passaggi coranici dove si legge chiaramente che “tutto ciò che esiste è stato creato da Allah“, e dunque anche il rifiuto della tesi sulla  selezione naturale. Ciononostante bisogna riconoscere che il Corano, e la Sunna, esortano più volte alle ricerche scientifiche, dimostrato in modo esemplare da Averroé e Avicenna.

 

Dando poi uno rapido sguardo alle altre tesi moderne vediamo i creazionisti (tra i quali si fanno notare i creazionisti non religiosi: si pensi a raeliani e alla tesi della panspermia) e il Disegno Intelligente (ID). Quest’ultima è una via di mezzo tra il creazionismo e l’evoluzionismo, e per questo molto contesata: ritiene infatti che le specie si evolvano, ma che in qualche caso un’intelligenza superiore intervenga per permettere salti evolutivi impossibili alla sola natura).

Alla fine vediamo alcuni spunti di riflessione, tra cui anche teorie italiane, come il devoluzionismo di Sermonti e l’antievoluzionismo di Zichichi o il commento di un anonimo dopo la presentazione di De Filippi della teoria darwiniana in Italia  nel 1864,  che ritiene che “dove non arriva la scienza, si lasci alla filosofia e alla religione il compito di spiegare”

E’ certo che gli interrogativi naturali dell’uomo non sono esauriti, ma anzi aumentati dalla ricerca di Darwin, tanto che ancora adesso, quasi 150 anni  dopo la sua pubblicazione, continuiamo a dibattere su argomenti come chi siamo e da dove veniamo.

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