• martedì , 19 Marzo 2024

Allarme anoressia

Uno dei problemi più critici e frequenti tra gli adolescenti, oggi, è legato alle alterazioni del comportamento alimentare. L’adolescenza e la prima giovinezza sono fasi decisive per la formazione della personalità umana ed ecco che i primi disturbi possono manifestarsi.

L’anoressia sembra ormai essere diventata una moda, la più gettonata non solo tra le modelle, ma anche la tra le ragazze in pieno periodo adolescenziale. A pari passo la segue la bulimia anch’essa vista come uno dei principali ostacoli da superare. Vi sono due tipi di anoressia, una mentale legata all’ostinato rifiuto del cibo e nel “rigetto” del proprio corpo, l’altra legata a malattie o a disfunzioni dell’apparato digerente.

La bulimia (dal greco “fame del bue “), è invece l’opposto. Vi è un incessante bisogno di cibo a tutte le ore del giorno e della notte. Il bulimico si abbuffa sul cibo senza neanche assaporare ciò che ingurgita ed è una fame irrefrenabile. Come l’anoressia può essere legata a malattie metaboliche (obesità), a disturbi dell’apparato digerente o ad una questione mentale. Le due “malattie” sono connesse poiché una persona nel passaggio all’anoressia può andare incontro ad attacchi di bulimia. Segue poi il provocarsi il vomito allo scopo di non ingrassare o per allontanare l’immancabile senso di colpa.

L’anoressia è classificata come una malattia mentale e spopola tra le ragazze liceali e anche universitarie. Può partire tutto da una battuta fatta da un “amico” o dal ragazzo a cui si è interessate che induce così ad una profonda crisi con se stessi trasformandola poi in una vera e propria fissa mentale con il rischio di condizionare le persone con cui ci si accompagna e di intensificare assieme questo rifiuto di se stessi. Si comincia ad attuare un vero e proprio sistema di investigazione sugli alimenti che si ingeriscono a partire dal numero di calorie di un singolo biscotto, ad esempio. Sino poi ad arrivare al non toccare proprio più cibo. Sarebbe forse più “ semplice “ e salutare seguire una dieta completa di tutti gli alimenti necessari all’organismo poiché in mancanza di zuccheri il cervello ne riceve un danno.

L’inghippo è che non si raggiunge mai un obbiettivo di peso o di aspetto fisico desiderato perché non ci si vede mai perfetti o come si vorrebbe. Si vanno a cercare le più piccole imperfezioni con il rischio di peggiorare una situazione fisica normale e perfetta in un caso di sottopeso. L’essere anoressici, inoltre, non è bello a vedersi poiché si ha un aspetto sciupato e non piacevole alla vista con la fuoriuscita delle ossa o con un viso tirato e occhi incavati. Quindi alla base dell’insorgere di questa problematica vi sono le normali problematiche giovanili collegate alle varie fasi di maturazione dell’identità personale e sociale, ma anche incrementate da conflitti tra genitori, amici o problemi scolastici che sommati o singolarmente provocano stress.

Il contesto sociale gioca un ruolo incisivo intensificato dalla presenza dei mass media  che veicolano al sottoporsi a diete drastiche per perdere perso e assumere forzatamente una silhouette non corrispondente alle proprio caratteristiche fisiologiche.

Il rifiuto del cibo o il costante stimolo rappresentano una sorta di protesta o di difesa, forme di lotta con se stessi e con il proprio corpo ma anche con quello di un altro, che sia dell’amica o della sorella o delle modelle sulle riviste.

Succede che i genitori non siano coinvolti e banalizzino o ignorino i primi segnali. È perciò fondamentale renderli partecipi e soprattutto presenti lungo il percorso di guarigione. Cosi anche gli amici e gli educatori possono cercare di instaurare un rapporto di fiducia e mostrandosi attenti, sensibili e disponibili evitino la caduta in questo baratro.

Lo sport, in caso specifico se agonistico, ha un ruolo fondamentale poiché necessita di un organismo sano e fisicamente prestante e può indurre l’atleta a superare i momenti di debolezza e crisi con se stesso spinto dalla forte passione per ciò che fa.

È di prevalente importanza essere circondati di allenatori, istruttori, genitori, parenti e amici capaci di apprezzare ognuno cosi com’è cercando al più di migliorare ogni singolo individuo portandolo al massimo livello di autostima e sicurezza personale.

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