• giovedì , 18 Aprile 2024

TOC TOC…CHI E'? "LA CASA SA CHE IO SONO UNO SCRITTORE"

Sole, caldo, mare, brezza salmastra, sabbia. Un canale che sbocca in città, sulle rive una casa, una vita.

Marino Moretti  nasce a Cesenatico, in Romagna, il 18 luglio 1885 nella casa “intelligente, furba e coraggiosa” dei genitori, quartogenito di otto figli. Poeta, figura di riferimento della poesia italiana del Novecento, Marino è un autodidatta; abbandona presto gli studi classici per dedicarsi al teatro, un’ occupazione che maggiormente si addiceva alla sua giovane personalità artistica. Studia recitazione a Firenze, nella scuola diretta da Luigi Rasi, fra i suoi compagni di studio spiccano nomi quali Gabriellino D’Annunzio e Aldo Palazzeschi. In realtà,  conseguenza delle lunghe ore passate a leggere poesia allo scopo di imparare il ritmo, tutto il circolo di aspiranti attori si converte presto alla letteratura.

Il successo di Moretti è decretato nel 1910 con le “Poesie scritte col lapis”; seguiranno collaborazioni con numerosi periodici, una candidatura al Premio Mussolini, varie onoreficenze fra cui, last but not least, la “Penna d’oro” a coronamento di una vita per la letteratura. Marino Moretti, il poeta crepuscolare per antonomasia, muore nella casa ove era nato, il 6 luglio 1979.

Nel 1989 apre al pubblico Casa Moretti, istituzione già stabilita dallo stesso poeta e poi, alla sua morte, portata avanti dall’amata sorella Ines. Inizia, con la visita a questa semplice casa dall’intonaco verde affacciata sul canale della località marittima di Cesenatico, una nuova rubrica del Salice, dedicata ad alcune fra le numerose case museo situate sulla nostra splendida penisola.

Nel silenzio di questo scrigno, fra i mobili originali, il lungo e stretto cortiletto interno dove soleva scorrazzare Cunegonda, la longeva tartaruga di casa Moretti, Emanuela Ricci, conservatrice del museo, nonostante la quotidiana mole di lavoro che caratterizza le sue giornate, si mostra disponibile a rispondere ad alcune domande per noi.

Nell’ordinata stanza ove è collocato l’archivio del museo, fra fotografie, ritagli di giornale e documenti che testimoniano la pienezza della vita di Marino Moretti, questa personalità ombrosa, infelice e malinconica e la sua dimora divengono protagoniste della nostra intervista.

Da dove nasce il termine “crepuscolare”?

Nel 1910 Giuseppe Borgese, giornalista e critico letterario italiano, ha il compito di scrivere per il quotidiano “La Stampa” di Torino una recensione di “Poesie scritte col lapis”; egli conia questo termine appositamente per descrivere il fenomeno di innovazione che, a partire da Marino Moretti e da altri autori dell’inizio del secolo scorso, segna il tramonto della grande letteratura aulica e lo scoppiare della modernità. Con l’avanguardia del Novecento si apre una nuova era, fatta di singole persone autonome che compongono una poesia che è negazione di essa, piu’ voci che si innalzano e si infuocano nella volontà di cambiare.

Chi visita la casa museo?

Innanzitutto vi è la necessità di specificare come Casa Moretti sia un museo specializzato e, in quanto tale, la sua visita comporti un certo interesse di partenza. Vi sono ovviamente le difficoltà legate a finanziamenti, anche perchè l’opera di Marino Moretti non è piu’ pubblicata. I visitatori sono pero’ molto differenziati: si passa dal turismo scolastico dell’anno agli studenti alla ricerca di materiali per tesi di laurea.

Quali iniziative proponete?

Affinchè Casa Moretti continui a vivere, evitando il rischio di implosione, offriamo svariate attività prettamente di matrice culturale: oltre ad un corso di aggiornamento dedicato agli insegnanti sulla letteratura del Novecento, una mostra estiva è allestita nel locale un tempo utilizzato come legnaia. Inoltre, ogni due anni è indetto il Premio Moretti per la critica e la saggistica. Infine, per mantenere viva l’anima della casa che, per definizione, è atta anche ad ospitare, una serie di seminari, presentazioni e letture di poesia si svolgono nel giardino retrostante la casa. Un  tempo il museo stampava anche una rivista, “Archivi del Nuovo”; rimane pero’ attivo il lavoro di archivio, acquisizione ed integrazione dei documenti.

Che idea si è fatta del poeta in tutti questi anni di ricerca?

Marino Moretti è stato un uomo straordinario che è riuscito a sublimare le naturali asprezze del suo carattere. Riservato, rigoroso, selettivo, fu un autore molto acuto, benchè spesso erroneamente semplificato. Egli difendeva il suo operato affermando: “Ho molte unghie nel mio velluto”. Rimarrà comunque per tutta la sua vita sottilmente infelice, estraneo alla realtà del mondo come lo sono solo i grandi.

“Quanti, in casa, i tuoi libri? Cinquemila?”   

“Questo non so. Mi son guardato bene

dallo schedarli e a saper dove sono.

Tutto è stato per me metterli in fila.

Non c’è rigore. Quel che viene viene.

So solo che qua e là ce n’è uno buono.”

“Tutti letti?” “Sei matto? La trafila?

E’ molto se ne ho letto uno su dieci.

Qualcuno invece l’ho letto e l’ho riletto

ed anche amato. L’ho portato a letto.”

                                                (M. Moretti, “Le poverazze”)

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