Eppure abbiamo frequentato le stesse scuole. Scoperto le prime cose insieme. Riso, pianto, pregato, a volte litigato, sempre insieme. Cosa è successo nel frattempo per farci diventare così? Per essere indifferenti a quanto accade ogni giorno, alla “solita” notizia che sentiamo al telegiornale? “Ne hanno ammazzata un’altra. Come è possibile? In che brutto mondo viviamo”. Come si può ragionare in questo modo? Sono persone. Non stiamo parlando di numeri. Di musica. Di pallone. Ma di mamme, fidanzate, sorelle, anche solo la vicina di casa che mai ci siamo sforzati di conoscere a fondo… ecco.
Allora non ci si riesce proprio a capacitare del perchè aleggi sempre su di noi questo strato di indifferenza, questo pensare “Mi dispiace, povera ragazza, che bestia di uomo riesce a fare una cosa del genere?”. Oltre le affermazioni scontate, il nulla.
Un esempio di questa indifferenza, e anzi, di vero e proprio squallore, è un fatto avvenuto a Roma. A San Lorenzo, precisamente. Il 25 novembre (giornata internazionale contro la violenza sulle donne) dell’anno scorso, in questo luogo, un gruppo di donne ha realizzato un murale. Sono state dipinte 107 sagome bianche per ricordare le 107 donne vittime di femminicidio dall’ inizio del 2012 fino a quel giorno. Sagome bianche di donne che si tengono per mano, tutte uguali, senza tratti distintivi. Su ogni sagoma una targhetta con il nome e la data in cui sono state uccise. Per ricordare ognuna di quelle donne innocenti.
Ora però questo non è più possibile. Le sagome sono state deturpate, con scritte e disegni osceni, e le targhette sono state strappate via. Davanti a fatti del genere si perde per un attimo la fiducia nella gente italica, nel Paese dei poeti, dei Santi e dei navigatori: con l’aggiunta in questo caso di essere dei veri e propri cretini. Abbiamo detto di no alle ovvietà. Quindi adesso nessun “predicozzo”, nessun moralismo: se non ci si preoccupa tutto l’anno per il problema, non ha senso farlo solo il 25 novembre. Solamente un pensiero, un momento di riflessione, un ritaglio di tempo nelle giornate piene di impegni per tutte queste donne ingiustamente ammazzate. Combattiamole le persone grette, con l’esempio, anche con la silenziosa protesta, ma combattiamole. Non meritano neanche di essere menzionate. in futuro bisognerà parlare solamente delle persone che invece, questa violenza, la osteggiano.
Si può ricominciare da noi.