• martedì , 16 Aprile 2024

"La vera sfida è contro il campo"

Ludovico Durante, classe ‘97, è una giovane promessa del golf torinese; il 20-21 aprile scorsi ha potuto affermare il suo talento conquistando il primo premio al XXXIV Trofeo Giovanile Federale Gianluca, competizione a livello nazionale under 18 cui hanno partecipato 99 ragazzi provenienti da tutta Italia, e che si è disputata al Circolo Golf Torino – La Mandria, centro dove Ludovico si allena.

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Ludovico durante la premiazione del Trofeo Gianluca

A un mese dalla sua vittoria, “Il Salice” ha avuto l’occasione di intervistarlo.

Ludovico, innanzitutto complimenti! Quella del Trofeo Gianluca è stata la tua prima vittoria nel golf?

Grazie! È stata la mia prima vittoria in una gara di questo livello, ma a casa sono strapieno di coppe di gare meno importanti… sul serio, non so più dove metterle!

Da quanto tempo giochi a golf? Come ti è nata questa passione?

Gioco da sempre, da quando ho imparato a stare in piedi.  Ci sono delle foto mie in giardino con le mazze di plastica;  avrò avuto tre anni! La passione che ho, più che essere nata, mi è stata trasmessa da mio padre Marco, che è un professionista ed ha avuto una grande carriera. Ti posso dire che è bellissimo avere un professionista come padre, perché conoscendomi e giocando a golf da quarant’anni mi ha sempre trattato nel modo migliore per la mia crescita sportiva,  ed è fantastico quando riesco a giocare da solo con lui in campo e ci sfidiamo. Purtroppo ora lavora a tempo pieno e riesce poco ad allenarsi, ma è ancora molto competitivo. Il rapporto che ho con lui è molto bello, e ho comunque un modello da seguire… e da provare a battere.

Ludovico con il padre Marco e la sua prima sacca

 

Perché proprio il golf? Perché ci giochi? Che cos’è che ti affascina di più di questo sport?

Come ti ho già detto, la scelta è stata quasi inconscia: ho sempre giocato, non ho mai dovuto decidere quale sport fare. Continuo tuttora a giocare, perché ciò mi consente di entrare quasi in una dimensione parallela, dove regnano la tranquillità e la pace dei sensi, dove posso per qualche ora uscire dalla frenesia della vita di tutti i giorni. Ciò che mi affascina di più è l’aspetto mentale: è quasi un “gioco sadico”: peggio giochi, più sei spinto a dare tutto te stesso per migliorare e per rendere di più la volta dopo. Il “meccanismo sadico” scatta a questo punto: sembra di non essere mai ripagati e si passano dei momenti di crisi, ma l’allenamento costante e serio ripaga molto, spesso più tardi di quanto ci si aspetta.

È dunque uno sport impegnativo?

Sì,  è impegnativo, non fisicamente ma mentalmente; inoltre assorbe molto tempo, perché è uno sport che richiede uno sforzo non intensivo come può essere per il calcio o il tennis, ma di resistenza, un po’ come una maratona, dove l’aspetto mentale è fondamentale.

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Qual è la giornata-tipo di un golfista (in allenamento e in gara)?

Beh… è uno sport che richiede tempo! Per quanto riguarda le giornate di allenamento, in genere si arriva in mattinata al golf, allenamento sul gioco corto (da vicino), poi pranzo con gli amici e successivamente lezione con i maestri e gioco sul campo; se avanza tempo sfide varie con gli amici: c’è sempre un bel ambiente. Nelle giornate di gara si arriva circa un’ora prima della partenza, riscaldamento e poi gara, che dura tra le tre ore e mezza e le cinque.

Con la partecipazione a queste competizioni, lo sport ti permette di vivere delle belle esperienze (visitare posti nuovi, viaggi, …)?

Al di là dei risultati,  il golf ti permette di immergerti nella natura e vedere posti incantevoli, che allargano il cuore e trasmettono serenità. Un esempio può essere quello del campo dove ho gareggiato recentemente a Bergamo, il Golf Torino, il golf di Speron, il golf di San Domenico… tutti posti mozzafiato – e basta cercare qualche foto su internet per rendersene conto! Ovviamente le trasferte sono la parte più divertente, e ora che iniziamo ad essere abbastanza grandi viaggiamo da soli: è bellissimo passare del tempo con gli amici e sentirsi grandi.

Alcuni scatti delle location più suggestive in cui Ludovico ha giocato.

Ti permette anche di conoscere nuove persone?

È uno sport che consente di fare molte amicizie; infatti si parte in gruppi, fatti dal circolo, da tre o quattro partecipanti ogni volta, e con questi trascorri sulle cinque ore: è facile fare amicizia – specialmente se si gioca bene!

Hai degli aneddoti interessanti/divertenti/significativi relativi ai momenti passati a giocare a golf che vuoi raccontare?

Ne avrei tantissimi, ma dovrei scendere in campo tecnico… Posso dirti, però, che vedere i gesti di disappunto di alcuni giocatori può essere esilarante,  anche perché c’è qualche mezzo matto che non contiene la rabbia e lancia il ferro contro un albero, impreca, fa delle sceneggiate assurde o spezza un bastone…!

C’è competizione tra giocatori di golf? Durante una gara sembrate tutti concentrati solo sul vostro gioco, senza badare a quello che fanno gli altri… È vero? Per “pettegolezzi” sentiti svolazzare tra i corridoi della scuola, sembra che ognuno si ritenga il più forte… Chi è per te il vero campione di golf? In che cosa si differenzia dagli altri?

Ci può essere rivalità: ogni tanto dà fastidio essere battuti da qualcuno che consideri più scarso, specialmente se l’atteggiamento di quest’ultimo è poco sportivo. Durante la gara è comunque importante concentrarsi al massimo sul proprio gioco, poiché ogni colpo è fondamentale; tra un colpo e l’altro c’è tutto il tempo di ridere, scherzare, commentare il proprio colpo anche in maniera auto-ironica. Più le gare sono importanti e meno si cercano distrazioni, quindi ad alti livelli è facile vedere i giocatori molto sulle loro. A parer mio è sbagliato guardare quello che fanno gli altri: la sfida è contro il campo, che, con le sue insidie, cerca di metterti in difficoltà; non è contro i tuoi compagni. Tu devi sapere di aver dato il massimo; se poi riesci a battere o meno una persona, questo deve essere un qualcosa di poco rilevante. Personalmente, penso che l’umiltà sia la prima qualità da avere in questo sport, e credersi più forte degli altri porta solo a delusioni. Il vero campione è colui che non si scompone mai durante il giro e che si dimostra un signore, anche quando tutto va per il verso sbagliato. Io cerco il più possibile di tenere questo atteggiamento in campo.

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Hai una figura di un golfista professionista a cui ti ispiri in particolare?

Non ho proprio un giocatore preferito, ma simpatizzo per quelli che hanno caratteristiche simili alle mie. In questo momento mi viene in mente Jordan Spieth, un ragazzo molto talentuoso, con un bellissimo gioco corto e capace di dare il meglio quando si trova sotto pressione.

Come vedi questa attività nel tuo futuro?

Spero di poterla sfruttare per entrare in qualche università americana; sarebbe poi un sogno farlo come professione, ma sono dell’idea che col duro allenamento tutto sia possibile. Ad ogni modo, lo studio viene prima… ma è bello sapere di poter contare anche su qualcos’altro. Mi piacerebbe fare come i fratelli Molinari: laurearmi e giocare sul tour maggiore.

Non ci resta che augurarti di realizzare tutte le tue più grandi aspettative!

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