Chi si accontenta gode. È forse questa la verità più apprezzabile, il proverbio che meglio si concretizza nella realizzazione di quella felicità che è tanto idealizzata dal mondo odierno. La mondanità ci invade da una parte, dall’altra gli sforzi e i sacrifici della gente più povera sembrano lasciar intravedere quella scala chiamata vita, piena di traguardi e di incertezze che riempiono di colori l’esistenza umana.
Un mondo che si è diviso, un pianeta dove lo sfarzo e la noia assalgono la parte più ricca e dove la speranza per i meno abbienti sembra inevitabilmente crollare. Ma il successo non è una qualità innata, lo si crea, lo si plasma. La felicità evidentemente sta nelle piccole cose, e forse, alla fine, quelli svantaggiati nella vita siamo noi, che diamo tutto per scontato e che nella monotonia e nella pigrizia del giorno vaghiamo in cerca di qualcosa, senza renderci conto dello splendore che i nostri occhi , stanchi, non scorgono più. E come disse Neruda “la felicità non sta nel possedere, nel riempirsi di futili ricchezze, ma sta nell’apprezzare e nel desiderare sempre più ció che già possediamo”.
Architetture esemplari, desuete e moderne, costruite da coloro che ancora credevano e credono in qualcosa di radioso, paesaggi mozzafiato, emozioni nei piccoli gesti, negli sguardi , nei sorrisi, gioia per i più basilari obiettivi raggiunti…
L’amore per il bello svanisce lentamente nei nostri cuori, corrotti da un idea di ” bello” diversa, una moda , una concorrenza , una sfida , e tramonto dopo tramonto il sole splende sempre di meno sulle nostre teste. Drasticamente coloro che credono nella vita, coloro che hanno imparato che è meglio non aspettarsi mai niente, ci stanno sostituendo, nel lavoro, nella società, e noi, sorpresi, ci lamentiamo, fermi, immobili, avidi, apatici. Abbiamo molto da apprendere da questi uomini ricchi di desiderio, poco da criticare. Serviamoci di quegli esempi che i nostri padri vollero darci, cambiamo questa generazione, cambiamo noi stessi, cambiamo il mondo, non diamoci per sconfitti. La felicità è un traguardo da raggiungere, non un’utopia lancinante, ed essa risiede proprio all’interno delle nostre viscere, pronta ad esplodere e illuminarci la strada. Guardiamoci intorno, osserviamo ció che la solenne natura ha da offrirci , ció che noi stessi possiamo trarre dal nostro intelletto, e piangiamo, sorridiamo, emozioniamoci.