Dopo 16 anni un ciclista italiano é campione del Tour de France, la corsa ciclistica a tappe più importante del mondo.
Vincenzo Nibali ha iscritto il proprio nome nell’albo d’oro dei ciclisti campioni del Tour, seguendo le orme di Marco Pantani, che lo vinse nel 1998.
Vincenzo é un ragazzo nato a Messina che ha sempre seguito la sua grande passione, il ciclismo, che lo ha portato a lasciare la sua famiglia e la sua terra alla volta della Toscana, l’ambiente ideale in cui far crescere il proprio talento.
Nel 2005 per Vincenzo arrivó il debutto tra i professionisti e qualche anno più tardi la conquista della Vuelta e poi del Giro.
Mancava il Tour per entare nel gruppo ristretto di 6 ciclisti vincitori delle 3 grandi corse.
Per centrare il Tour de France, peró, Nibali decide allora un’altra volta di emigrare, questa volta a Lugano, in Svizzera peer una preparazione specifica.
Nibali é un campione diverso rispetto ai suoi predecessori: fonda i successi sull’umiltà e sulla simpatia, sorprendendo anche i media francesi che lo hanno intervistato ripetutamente in queste ultime settimane.
Nibali é il volto nuovo del ciclismo, non solo italiano, uno sportivo che si emoziona e fa emozionare per la sua semplicità e per la sua autenticitá, doti ormai rare da trovare in uno sportivo.
Grazie a lui il popolo italiano ha riscoperto uno sport che prima di lui era considerato in crisi per i nostri colori, ma che adesso ha trovato un definitivo portavoce, consacrato dalle vittorie e dalle imprese. Il ciclismo moderno, relegato da tecnologie e tattiche esasperate, aveva bisogno di un volto nuovo, di un ragazzo come Vincenzo che unisce l’improvvisazione alla tattica e coraggio alla prudenza.
Forgiato sulla durezza della salita e delle montagne, Vincenzo ha dato prova della sua forza in questo Tour anche in mancanza degli avversari piú temibili (Contador e Froome, ritirati causa infortunio), vincendo 4 tappe e dimostrando la sua superioritá andando a vincere la tappa a Hautacam (Pirenei) cominciando la staccata finale ben prima dei suoi avversari diretti e ignorando la tattica del team.
Una vittoria costruita giorno su giorno dominando le tappe e sapendosi controllare quando la situazione lo richiedeva, mostrando la definitiva maturitá che gli era costata in precedenza ad esempio la vuelta nel 2012.