“LOOK LEFT”, “LOOK RIGHT”. Camminando per le vie di Londra, é facilissimo imbattersi in queste due frasi, scritte sul ciglio delle strade, affinché i pedoni facciano attenzione al senso di marcia delle macchine (“per gli stupidi turisti” direbbero i Londoners). Farsi investire da un autobus che sfreccia per Trafalgar Square é molto più semplice che pronunciare con corrento accento British la parola “thanks”. Ancora più frequenti dei clacson, sono le roche voci dei taxisti che sbraitano contro turisti sprovveduti e spesso abituati a passare con il rosso. Incubo di tutti i drivers é la famosissima Abbey ROad, dove, da tutto il mondo, i fans dei Beatles si radunano per scattare una foto simile a quella della copertina dell’ultimo album dei loro idoli.
Le strade,insieme al volante sul lato destro dell’auto, sono solo uno dei pochi esempi della volontà degli inglesi di distinguersi dal resto del mondo. Cenare dopo le sette é un delitto, infatti la maggior parte dei londinesi mangia rigorosamente alle 18,30. Loro motivano questa abitudine affermando di mangiare solo un frugale pranzo a mezzogiorno, ma nell’ora di punta, dalle vie del centro a quelle più periferiche, tutti i ristoranti, per la maggior parte italiani e gestiti da nostri connazionali, sono inavvicinabili per la quantità esorbitante di gente: forse composta solamente da stranieri! Molti sostengono infatti che a Londra non ci siano inglesi; sicuramente é molto difficile trovarli, anche per la loro indole schiva e riservata. La lingua più parlata per le strada, o meglio, quella che spicca di più tra tutte in ogni luogo, é l’italiaNo. A causa della crisi molti ragazzi si sono trasferiti nella capitale inglese, dove trovare lavoro é più facile che perdersi nella metropolitana. Anche una passeggiata di solo mezz’ora assicura un incontro casuale con un abitante dello stivale: turista, cameriere o menager di una grande azienda. Martina, diciannove anni, di Roma, per esempio, si è trasferita nella capitale dello UK e da sei mesi lavora in un ristorante italiano; il suo sogno é diventare una ballerina professionista e per pagarsi gli studi lavora part-time come cameriere alla sera e balla per strada il mattino, coniugando la necessità di denaro con la sua vera passione.
Gli stereotipi ci precedono ed oltre al consueto “Italia: pizza, mafia e Berlusconi”, ci sono molte altre false creDenze.
“Le famiglie italiane sono composte quasi tutte da nove persone che litigano per tutto l’arco della giornata gesticolando e urlando.”
“In Italia, nessuno sa l’italiano; in ogni regione c’è un differente dialetto e gli abitanti di regioni differenti non si capiscono.”
La fama che ci precede non é invidiabile, ma molti di noi contribuiscono a peggiorare la situazione facendosi notare dappertutto e non certo positivamente. “Amo’, che questa maglietta mi sta bene?” urla sguaiatamente una ragazza romana dentro un grande magazzino, destando lo stupore di tutti i clienti e scatenando un po’ di vergogna nei connazionali presenti.
A notare la nostra indole prevalentemente esuberante sono però quasi sempre altri turisti. Londra é una città di infinite pOssibilità, la capitale più multietnica d’Europa, in cui é possibile incontrare persone di ogni nazione, lingua e religione. Nessuno si cura minimamente del tuo comportamento, a meno che non influisca sulla sua vita. Sulla metropolitana si possono osservare le persone più diverse intente a compiere le azioni più differenti: c’è chi mangia, chi si cambia, chi si trucca e chi si fa la manicure; solo i più banali ascoltano musica o leggono un libro. Anche l’aspetto ed il look passano totalmente iNosservati; creste verdi alte un metro, catene al collo, stivali da pesca o indossare solo intimo sono visti come semplici modi di esprime il proprio stile ed il proprio essere diversi. Camden Town è il cuore dell’originalità della capitale, dove si riuniscono i londinesi più particolari ed i turisti che vogliono sentirsi liberi nell’indossare ciò che mai avrebbero osato prima.
Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita, perché a Londra si trova tutto ciò che la vita può offrire. cit. Samuel Johnson