Un momento di panico: il cellulare non si ricarica. La batteria è stata rimossa, la sim card ricollocata, ma nulla la rimette in efficienza. La giornata festiva non fa che accentuare il malumore.
Peccato, per oggi non è possibile entrare in rete! Un profondo respiro e scopro che ho del tempo libero per riflettere.
Computer, smartphone, tablet fanno risparmiare tempo, permettono di fare praticamente ogni cosa ma tolgono anche concentrazione e creatività rendendoci schiavi ed incapaci di trascorrere momenti di relax ed isolamento fra le quattro mura domestiche .
Non sono passati molti anni da quando, salendo su un mezzo pubblico si potevano notare passeggeri che chiacchieravano col vicino, leggevano un libro o un giornale o semplicemente rimanevano immobili assorti nei loro pensieri. Oggi la testa della maggior parte delle persone di tutte le età è china sul cellulare o sul tablet con connessione a buon mercato che sfrutta le innumerevoli offerte delle compagnie di telefonia che offrono 24 ore in linea.
Rapidamente, con un tocco, si cerca una informazione, si può controllare la mail, si inviano e si ricevono messaggi e si aggiorna la propria pagina facebook.
Il flash che emette il suo rapido bagliore, immortala la nostra immagine sulla fotocamera in una immagine selfie e questa subito naviga in rete verso lontanissime mete. C’è da chiedersi se è il nostro vero ritratto che è partito o se è l’immagine di come vorremmo essere. Questo vizio di protagonismo esasperato che ci porta a socializzare anche con chi non conosciamo nasconde forse un disagio o una profonda solitudine
Il web ci dona l’illusione di poter fare tante cose contemporaneamente con la minima fatica e rapidità ma in effetti sottraiamo tempo alle nostre attività prioritarie, siano esse studio, lavoro o relax. La famiglia e le amicizie quotidiane sono separate da tanti piccoli segreti: le passwords.
Davanti a un computer sovente ci si trasforma e la personalità veramente “naviga”sul web. Il virtuale supplisce la realtà e anche la soddisfazione che ne deriva è effimera , talvolta anche pericolosa come ci hanno dimostrato alcuni recenti episodi di cronaca.
Trascorrere parecchi ore in rete è dimostrato scientificamente che modifica le connessioni fra i neuroni cerebrali che interessano il pensiero “rapido e distraibile”. Aumentano i riflessi rapidi ma contemporaneamente si atrofizzano quelle zone del cervello dedite alla riflessione profonda. Non per nulla il videogioco protratto per ore può portare i giovanissimi all’epilessia.
Facebook è uno dei maggiori fenomeni del nostro tempo ed è un ottimo strumento di conoscenza: è occasione di forum, di scambio di notizie, ma quante potenzialità vanno sprecate. Anzichè esprimere opinioni si banalizzano le frasi con i codici degli sms, si mettono in rete le futilità dell’attimo e tutto si conclude con un laconico” mi piace,” “non mi piace.” Anche le amicizie virtuali il più delle volte si riducono ad un accumulo solo numerico a scapito della qualità e a danno della sfera relazionale reale. Il mondo fittizio che si crea attraverso i vari collegamenti maschera le vere emozioni e crea un modello distorto che talvolta sottrae solo tempo allo svolgimento della vita reale.
La dipendenza che si va costruendo di ora in ora nasce spesso dal rifiuto di accettare i disturbi sottostanti e dall’incapacità di affrontare le difficoltà di persona e a viso aperto.
Se il cellulare in rete è bene usato offre vantaggi impensabili: lo spazio non è più un limite, gli scambi interculturali sono eccellenti, piccoli problemi di ricerca in qualunque campo sono veramente a portata di dito, i nostri famigliari e amici reali sempre vicino. Ma non bisogna abusarne.
Per qualche ora al giorno dovremmo trovare il coraggio di saper togliere il contatto perchè si può rischiare di navigare in un mare insidioso a bordo di una debole barchetta.
Anche il progresso può provocarci una indigestione.