Monossido di carbonio, catrame, piridina (liquido infiammabile utilizzato per gli insetticidi), metanolo (alcool tossico presente nei carburanti, antigelo, ecc…) e molte altre sostanze dannose vengono assimilate naturalmente dalle piante di tabacco durante la coltivazione, e molte altre vengono prodotte dalla reazione chimica al momento della combustione delle sigarette.
Sono circa 13 milioni gli italiani dai 15 anni in su che fumano, pari al 26,2% della popolazione, e questi dati continuano a crescere esponenzialmente, soprattutto tra i minorenni. Il fatto che un adolescente fumi o non fumi non dipende esclusivamente dall’individuo: una buona autostima e la consapevolezza dei rischi insiti nel fumo, possono aiutare il giovane a rifiutare la sigaretta. E’ soprattutto il contesto sociale in cui è inserito a influenzare la decisione di consumare tabacco: nell’adolescenza l’identità non è ancora completamente plasmata e l’anelito a confermare la propria personalità aumenta la volontà di provare cose nuove e farsi influenzare dai coetanei.
Inoltre prima di raggiungere la maturità si è anche inclini a identificarsi in preconcetti stereotipati (“la maggior parte dei giovani fuma”) o a ribellarsi a norme vigenti per affiancarsi al mondo degli adulti. Di fatto, all’inizio tutti consumano solo per provare, ma una volta dipendente, solo 1 su 2 decide di smettere, perché all’interno della sigaretta è contenuta la nicotina, il componente psicoattivo del tabacco che crea un’elevata dipendenza.
Questa subordinazione al fumo costringe i fumatori ad attribuire alla sigaretta proprietà che non ha, scambiando erroneamente i sintomi causati dall’astinenza da nicotina con i benefici procurati dal fumo. Le facoltà curanti della “bionda” non sono altro che un fraintendimento: non allevia lo stress nè tantomeno l’ansia e la depressione, ma porta a un regresso della qualità di vita.
La sigaretta è inoltre il primo fattore responsabile di patologie a danno dell’apparato respiratorio, dell’apparato cardio-vascolare e di tumori. Un tempo solo i fumatori erano considerati esposti a grave rischio di cancro, soprattutto ai polmoni. Con lo sviluppo degli studi si è messo l’accento sui fumatori passivi, cioè coloro che vengono esposti al fumo di sigaretta. Recentemente è stata confermato un rischio ancora più minaccioso: anche il fumo di terza mano si sta rilevando dannoso! Infatti durante la combustione delle sigarette vengono emesse particelle cancerogene che si depositano sugli oggetti e nella polvere, che a lungo termine provocano danni rilevanti.
Tuttavia i rischi del fumare vengono completamente sottovalutati soprattutto dalle multinazionali, che vedendo negli adolescenti l’avvenire del business delle sigarette, promuovono il loro marchio in modo esplicito con i mezzi di comunicazione; benchè il fumo sia un vizio ormai connaturato con la quotidianità umana, che si consuma ormai da centenni.