• venerdì , 29 Marzo 2024

Medio Oriente in fiamme

La barbarie degli jihadisti non conosce limiti e la guerra con gli Stati Uniti è totale. Lo Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isis) ha annunciato di aver decapitato un giornalista statunitense scomparso in Siria oltre un anno fa, James Foley, e ha postato su internet un video, dal titolo “messaggio all’America”, in cui apparentemente se ne vede la decapitazione. Un video e una minaccia, una sfida rivolta direttamente al presidente Obama.

james foley

Si vede il terrorista che in inglese dice: “Questo è James Foley, un cittadino americano… i vostri attacchi hanno causato perdite e morte tra i musulmani… non combattete più contro una rivolta, noi siamo uno stato, che è stato accettato da un gran numero di musulmani in tutto il mondo. Quindi, ogni aggressione contro di noi è un’aggressione contro i musulmani e ogni tentativo da parte tua, Obama, di attaccarci, provocherà un bagno di sangue tra la tua gente”. A quel punto il terrorista mette un lungo coltello alla gola dell’ostaggio, e inizia la carneficina. Nell’immagine successiva si vede il corpo del giornalista riverso per terra, nel sangue, e la sua testa mozzata sulla schiena.

Ma la campagna del terrore non è finita. Nel filmato si vede anche il giornalista Usa Steven Joel Sotloff, rapito in Siria, e il terrorista che dice: “la vita di questo cittadino Usa, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni”.

Un video “autentico”, secondo l’intelligence Usa che lo ha analizzato, come ha confermato la portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale Usa, Caitlin Hayden.

“Il mondo è sconvolto. Era un giornalista, un fratello, un figlio e un amico”, ha detto Barack Obama, “Quando viene fatto del male a degli americani ovunque nel mondo, noi facciamo ciò che è necessario per far si che venga fatta giustizia. Nessuna fede insegna alle persone a massacrare innocenti. Nessun Dio potrebbe sopportare quello che hanno fatto ieri e quello che fanno ogni giorno. I miliziani dell’Isis dichiarano la loro ambizione di commettere un genocidio contro un antico popolo”.

Intanto, il primo ministro britannico, David Cameron, ha interrotto all’improvviso le vacanze in Portogallo per tornare a Londra perché nel video diffuso ieri dagli jihadisti l’aguzzino parlava con uno spiccato accento inglese. Questo elemento fa temere che si possa trattare di uno dei tanti sudditi di Sua Maestà aggregatisi agli jihadisti in Siria e Iraq.

Secondo il Guardian il militante apparso nel video diffuso ieri sera è stato identificato da un suo ex ostaggio come il capo dei tre jihadisti britannici che si ritiene si occupino dei prigionieri stranieri a  Raqqa, roccaforte dello Stato islamico in Siria. Prigionieri che li avevano soprannominati, in virtù della loro nazionalità, i ‘Beatles’. Il militante, che si fa chiamare John e che potrebbe essere di Londra, scrive ancora il giornale, sarebbe stato il principale negoziatore nelle trattative per il rilascio, nei mesi scorsi, di undici ostaggi dello Stato islamico, consegnati a funzionari turchi dopo il pagamento di un riscatto. L’ex ostaggio, rimasto per un anno a Raqqa, ha raccontato al Guardian che il jihadista responsabile della morte di Foley è intelligente, istruito e un seguace devoto degli insegnamenti dell’Islam radicale.

Il pericolo causato da questo stato musulmano che si sta formando é di dimensioni gigantesche. Il terrorismo non avrà mai fine in quanto ritenuta da loro guerra religiosa. È come la guerra fra Palestina e Israele, ormai in corso da numerosi anni. Questo perché solamente nella religione cristiana è contemplato il perdono, indispensabile per porre fine a una guerra.

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