• martedì , 23 Aprile 2024

Un mondo senza pace

Anche se ci illudiamo di vivere in un mondo evoluto e moderno (specialmente noi occidentali, che rappresentiamo forse la zona del pianeta più ricca e globalmente più tecnologgizzata) indubbiamente la guerra continua drammaticamente a far parte del nostro scenario abituale e ci raggiunge attraverso le cronache e la immagini provenienti da moltissime zone del globo.

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Anzi, talvolta questo scenario è stato assolutamente vicino, ha sfiorato i nostri confini, come è avvenuto nella ex Iugoslavia durante quel conflitto che ha angosciosamente fatto risorgere parole come ‘’pulizia etnica’’, che speravamo dimenticate dopo Auswiz. Parlano di guerre i poemi omerici e molti altri testi che sono espressione di civiltà antiche ma oggi, lungi dall’ aver superato quella conflittualità primitiva, continuiamo a ‘’risolvere’’ i nostri dissensi attraverso questa modalità molto più distruttiva che un tempo.

Le armi infatti sono più precise e rovinose, la tecnologia le ha rese degli strumenti annientamento davvero micidiali (quali informazione supplementare). La guerra, su cui purtroppo non mancano mai informazioni e testimonianze, è sempre presente.

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I motivi che determinano l’ insorgere di una guerra sono complessi e molteplici ma la causa più vistosa sembra essere quella egemonica che ovviamente determina reazioni difensive. Lo sfruttamento delle risorse di un territorio, la conseguente ricchezza che ne può derivare, gli odi atavici, i risentimenti, le rivendicazioni, i dissidi religiosi, il fanatismo, tutti questi elementi sono ancora oggi tra le cause scatenanti , conflitti che spesso si protraggono nel tempo senza che la diplomazia riesca a trovare la strada pacifica dell’ accordo.

Esiste pure un diffuso desiderio di pace però è generico e spesso non riesce a concretizzarsi nella realtà. Questo nonostante i disastri umanitari che questi conflitti provocano siano sotto gli occhi di tutti in termini di vite umane perdute, che riguardano spesso i più deboli e i più indifesi, le donne e i bambini, come sta succedendo attualmente nella striscia di Gaza, da cui provengono notizie e immagini raccapriccinati di giovani vite stroncate magari durante una partita a pallone sulla spiaggia. Il conflitto arabo palestinese è tra quelli che sembrano destinati a non avere mai fine nonostante alcuni periodi di remissione della ostilità. Ma teatri di guerra sono stati e sono l’Iraq, il Libano, la Siria e molti stati africani che vedono etnie diverse contrapporsi. Fino ad arrivare al più recente conflitto tra la Russia e l’ Ucraina.

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Orrori senza fine. Di fronte ad essi la comunità internazionale si indigna, ma di fatto spesso no prende posizioni né ferme né condivise, creando ulteriori spaccature tra gli stati, quegli stessi che dovrebbero contribuire a trovare soluzioni pacifiche. Forse la guerra è davvero connaturata al genere umano ed è realistico pensare che non esisterà mai un mondo realmente pacificato, ma certamente la politica, i governi, le classi dirigenti, gli organismi internazionali hanno il dovere di essere più incisivi e di dare origine a strategie più stringenti ed efficaci per scoraggiare per esempio le tendenze egemoniche di alcuni paesi su altri.

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L’ONU ad esempio dovrebbe contare di più, essere esente da connivenze, agire più rapidamente e svolgere, insomma, il ruolo di sentinella della pace, in modo molto più incisivo di quanto si faccia oggi. Anche l’opinione pubblica dovrebbe contare di più ed essere più ascoltata perchè una classe dirigente non può decidere atti così gravi come una guerra senza il consenso del popolo che rappresenta.

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La fame e la povertà sono vere e proprie ‘’molle’’ che scatenano conflitti, perché è effettivamente impensabile che il sud del mondo, quello degli affamati, assetati e nullatenenti possa sempre e solo subire l’ espropriazione delle proprie risorse a vantaggio di popoli che le trasformano egoisticamente in ricchezza solo per sé. L’equità, insomma, è l’ elemento che io penso potrebbe far tacere le armi se davvero le risorse venissero ridistribuite in modo più giusto. Di questo mondo però, non si scorgono neanche le tracce, non se ne individua il profilo neppure in lontananza e le voci della guerra continuano ad alzarsi inesorabilmente dal pianeta.

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