• venerdì , 29 Marzo 2024

Razzismo made in U.S.A.

“Succede solo da noi”. Così il presidente degli Stati Uniti  ha commentato il terribile accaduto del 18 giugno, quando un giovane ha freddato brutalmente nove persone con disprezzo chiamate “nigger”. Una frase amara quella di Barack Obama, che descrive il momento di crisi nel controllo della violenza che sta vivendo quel Paese che pretende di poter realizzare i sogni, indipendentemente da classe sociale o colore della pelle. Il Paese che pretende di essere il garante della pace nel mondo e che è teatro di una strage per motivi razziali. La solidità americana viene messa in dubbio dal mondo e, fatto ancora più paradossale, dagli Americani stessi.

Tra le conseguenze che ciò comporta, la ricomparsa dello spettro del razzismo indiscriminato verso la “razza”. Quella razza ritenuta inferiore.

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Forse succede oltreoceano perché gli Usa sono uno Stato più giovane rispetto al resto del mondo.  Perché vogliono insegnare al mondo, quando hanno ancora molto da imparare.

Forse succede solo negli Stati Uniti perché, al contrario dell’ Europa, la vendita di armi è ammessa e libera. In alcuni Stati chiunque sia maggiorenne , può possedere un’arma. Con chiari vantaggi per le industrie d’armi. Già nel 2013 il presidente Obama aveva cercato timidamente di limitare la vendita di questi strumenti di morte. Ma il Congresso si era opposto con fermezza alla proposta di riforma ed anche il 20 giugno scorso il Presidente ha fatto dietro-front. Infatti dopo aver cavalcato l’ onda dello sdegno per il massacro, cercando di portare avanti le sue idee, si è visto immediatamente costretto a precisare che le armi non saranno vietate a tutti.

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La Nra, una delle lobby più importanti dei produttori di armi, si è persino spinta ad accusare Punckney, il pastore rimasto ucciso nella strage, per non aver votato a favore della legge che avrebbe permesso l’ entrata delle armi in chiesa. Gli accusatori sostengono che una tale legge avrebbe potuto evitare l’ uccisione dei nove fedeli.

Forse succede solo da loro perché, come sostiene Gianni Riotta in un articolo del “La Stampa” del 19 giugno, il ceto medio vede crollare i punti fermi su cui si basavano gli ideali americani. Quegli ideali che loro stessi volevano portare in tutto il mondo.

Succede solo da loro che un ventunenne di nome Roof si rechi in una Chiesa con l intento di ammazzare delle persone di colore. D’ altro canto da noi succede che l’ Europa, a partire dalla democratica Francia, chiuda le frontiere. Da noi succede che uno Stato Europeo come l’Italia si trovi a dover accogliere centinaia di disperati in fuga ogni giorno da paesi in guerra. E si trovi a non poter confidare in nessun aiuto da parte dell’ “umanissima” UE.

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In entrambi i casi la causa scatenante è la paura. La paura del diverso. La paura di perdere la sicurezza in cui viviamo. La paura di accorgerci che i famosi immigrati in realtà sono persone come noi, costrette a scappare dalla disperazione e dalla miseria portata dalla guerra. Il razzismo è ignoranza: cioè ignorare che il prossimo ha il nostro stesso diritto di vivere dignitosamente.

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