Le sorprese non finiscono mai all’ombra del Salice. Questa volta è il turno della Seconda classico A di stare sotto i riflettori del giornale valsalicense. La classe in questione, infatti, si è cimentata nella produzione di un cortometraggio per un concorso fra le scuole di tutta Italia indetto da un centro culturale dantesco di Ravenna. La competizione consiste nel creare ex nihilo una presentazione o un video, il quale avesse come punto focale il decimoprimo canto del Purgatorio: il canto dei superbi. Infatti, è stato dato come spunto, da cui partire per creare il proprio video, i seguenti versi: “Non v’accorgete voi che noi siam vermi nati a formar l’angelica farfalla, che vola a la giustizia sanza schermi?” .
Ora, come non piace sentirsi raccontare il finale di un film che è uscito da poco al cinema, lo stesso vale per questo cortometraggio; perciò non sarà svelato a voi lettori nessun particolare della trama, bensì solamente da chi è nato lo spunto per la storia e come è stata successivamente messa in pratica. E’ importante, infatti, sottolineare il fatto che la sceneggiatura è stata interamente pensata dai ragazzi della Seconda classico A. E non solo. A cura degli studenti sono stati anche la ricerca delle locations, adatte alle riprese – per le quali è stato utile che alcuni ragazzi avessero contatti al di fuori della scuola- e infine, anche la scelta dell’oggettistica di scena e dei costumi.
Insomma, come sempre, i ragazzi di Valsalice si sono dati da fare, senza risparmiare tempo e fatica. Ma neanche le risate, che hanno accompagnato la troupe per tutto il tempo del girato. Un ringraziamento è d’obbligo però. Ed è quello rivolto al caro Don Cip e al gentilissimo Stefano Demarie, che non si sono tirati indietro difronte alla richiesta di aiuto, e volentieri, si spera, hanno contribuito alle riprese e al montaggio finale del video. In questo momento, il video è in viaggio verso Ravenna, dove verrà analizzato e valutato dalla giuria. L’illusione è poca,si sa, ma la voglia di vincere è tanta. Non c’è altro da fare che stare in trepidante attesa di notizie. E di premi.