Il mito è una tra le prime forme di narrazione conosciute. Esistono tante mitologie quanti sono i popoli che hanno abitato e abitano la terra. La mitologia a noi più vicina e familiare è quella greca. Tutte le civiltà del mondo antico hanno creato racconti mitici in cui, attraverso contenuti fantastici e simbolici, hanno cercato di rispondere a domande grandi e complesse: per esempio, quali sono le origini del mondo e dell’uomo, perchè esistono il dolore e la morte; qual è il destino che attende gli uomini.
Una delle opere che concretizza la modernità del mito è “Dialoghi con Leucò” di Cesare Pavese. L’autore dei racconti si suicidò nel 1950, a soli 42 anni, in seguito a una serie di delusioni che lo portarono ad un senso di abbandono e solitudine, cifra della sua esistnza.
Uno dei racconti più interessanti è il dialogo tra Calipso e Odisseo: esso si tiene sull’isola di Ogigia quando Ulisse è in procinto di ripartire per Itaca. Emergono diversi temi: quello dell’immortalità, dell’amore egoistico e del viaggio.
L’immortalità viene spesso confusa con l’eternità. Immortale è un essere che, pur avendo avuto origine nel tempo, è destinato a superare i limiti della temporalità. Mentre eterno è un essere esistente in uno spazio di tempo senza inizio e fine, da sempre e per sempre.
L’immortalità viene vista, secondo la prospettiva di Calipso e di Odisseo, come perdità d’identità e non come immortalità fisica. La ninfa non prevede la morte, ma non consente neanche la vita. Accetta solo l’istante, senza conoscere il domani. Ed è proprio questo il dramma dell’immortalità: rifiutare la vita, esistere semplicemente. La visione dell’eroe differisce notevolmente da quella di Calipso. Egli non teme la morte poiché concquisterà l’immortalità attraverso la gloria.
L’amore tra Calipso e Odisseo è un amore egoistico. La dea prima dell’arrivo di Ulisse era infelice e sa che sarebbe ritornata tale dopo la partenza dell’amante per Itaca, perciò sì oppone fortemente a ciò. Ma se fosse stata veramente innamorata avrebbe voluto unicamente il meglio per lui, ovvero tornare a Itaca. Calipso prova a evitare in tutti i modi che ciò accada. Nella loro relazione non c’è traccia di vero amore, poiché è un amore egoistico in cui entrambi pensano solo al meglio per se stessi.
Infine il viaggio non è altro che la ricerca di quello che si ha nel cuore. É sempre un viaggio interiore. Un conoscersi attraverso il mondo esterno.