• venerdì , 29 Marzo 2024

Il Gesubambino di Bologna

“Sotto un cielo di ferro e di gesso, un uomo riesce ad amare lo stesso” è una delle più belle frasi composte da uno dei cantautori italiani più importanti e famosi al mondo, ossia Lucio Dalla. In questa frase si riassume non solo il messaggio che vuole trasmettere l’autore, ma anche la filosofia di vita dello stesso Dalla. Il cantautore di Bologna, infatti, ha avuto una vita intensa e dedicata con passione e amore alla musica e anche in periodi duri e di sofferenza, Lucio ha sempre vissuto all’insegna dell’amore. Comincia la sua carriera giovanissimo, suonando nel suo gruppo jazz, ossia i Telstar. Scoperto da Gino Paoli, nel 1964 ha l’occasione di registrare il suo primo 45 giri, dal titolo Lei (Non è per me)/Ma questa sera.

Al Festivalbar del ’64, Lucio Dalla viene insultato dalla folla e gli vengono lanciati ortaggi durante l’esecuzione del brano, facendolo uscire dal palco in lacrime. Non scoraggiato dall’insuccesso della canzone, Dalla si presenta, nel 1965, a Sanremo con il particolare brano Pafff… Bum!”, una ballata beat tipica degli anni ’60, e stavolta non passa del tutto inosservato, tanto che la canzone è la sua prima hit. Appena due anni dopo, nel 1967, Dalla si ripresenta a Sanremo, dopo un periodo nell’anonimato, con la canzone Bisogna saper perdere, un brano di poche pretese, che, infatti, finisce fra gli ultimi posti. A causa dello scarso successo da interprete, Dalla comincia a scrivere canzoni da sé, in collaborazione con i parolieri Bardotti, Baldazzi e Pallottino. Il primo singolo di successo scritto da Dalla è Occhi di Ragazza, canzone affidata all’interpretazione di Morandi e che nel 1970 ha un grandissimo successo in classifica. Ma non molto più tardi, nel 1971, arriva il primo vero grande successo di Dalla come cantautore, ossia la famosissima e classicissima 4 Marzo 1943, portata a Sanremo nel 1971 e premiata con il terzo posto nella competizione e il primo in classifica. Famosa la frase finale della canzone: “E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesubambino, che rivela l’identità del protagonista della canzone. Molti ancora oggi ritengono sia Lucio Dalla stesso, sotto una sorta di “pseudonimo poetico”, benché il testo sia stato scritto da Paola Pallottino.

Nello stesso anno un’altra canzone scritta da Dalla e interpretata dal giovane Rosalino Cellamare (in arte Ron), Il Gigante e la Bambina, vince il Festivalbar. Nel 1972 esce un altro grande successo, presentato nuovamente al festival di Sanremo, ossia Piazza Grande. Seguono 4 anni di collaborazione con il paroliere bolognese Roberto Roversi. In questo periodo escono tre album, due dei quali affrontano vari temi sociali: il primo, Il Giorno Aveva Cinque Teste, è incentrato molto sui problemi del lavoro, con canzoni come L’Impiegato Gerolamo; il secondo, Anidride Solforosa, parla di temi e problemi ecologici, in primis l’inquinamento, con le canzoni Anidride Solforosa, Le Parole Crociate e Tu Parlavi una Lingua Meravigliosa. Nel 1976 esce uno spettacolo teatrale prodotto e trasmesso dalla Rai, firmato Dalla-Roversi, ossia Il Futuro dell’Automobile e Altre Storie. Alcune delle canzoni presenti nello spettacolo vengono raccolte nell’lp Automobili, l’album che rilancia Dalla, soprattutto grazie alla rockeggiante Nuvolari e l’ariosa Il Motore del 2000. Si ricorda spesso il famoso verso scritto da Roversi nel brano dedicato al pilota di Formula 1, “Ma Nuvolari rinasce come rinasce il ramarro”. Questo album chiude il sodalizio Dalla-Roversi.

A seguito della scissione del rapporto fra il cantante e il poeta bolognese, Lucio si ritira alle isole Tremiti per un anno, periodo nel quale compone 8 nuove canzoni, delle quali è autore anche dei testi. Queste finiranno sull’lp Come è Profondo il Mare del 1977 e costituiranno l’inizio del periodo d’oro di Dalla. Fra queste, viene ricordata la canzone che dà il titolo all’album, Quale Allegria, singolo estratto dal disco, e, soprattutto, la satirica Disperato Erotico Stomp. A seguito del gran successo di questo lp, Dalla organizza una grande serie di concerti in Italia, nei quali comincia a presentare già le canzoni che faranno parte del suo disco seguente, ossia Lucio Dalla del 1978. Le canzoni più conosciute di questo lp sono L’Ultima Luna, Anna e Marco, Stella di Mare, Milano e L’Anno che Verrà (“Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’; e, siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò…”), diventata un vero evergreen della canzone italiana. Nel 1979 esce il film Banana Republic, che mostra i concerti dello stesso anno eseguiti da Dalla e De Gregori. Il 1980 è un anno importante per Lucio: esce il suo nuovo album, Dalla, eccelso per la primissima qualità di ogni singola canzone. Impossibile dimenticarne qualcuna: il disco si apre con l’energica Balla Balla Ballerino, canzone che narra la storia di un pacifista danzante; seguono Il Parco della Luna, fiaba di un giustiziere mascherato, e la romantica La Sera dei Miracoli, canzone dedicata a Roma e usata come sigla del programma televisivo “La Notte della Repubblica”. Con Mambo, ironica storia sulla fine di un tormentato rapporto, si chiude il lato A del vinile. La prima traccia del lato B è Meri Luis, definita da Dalla stesso come una delle sue migliori composizioni, canzone che parla della vita e di come viverla con molti risvolti. Seguono la bellissima Cara, diventata una delle dieci canzoni italiane più romantiche al mondo, e Siamo Dei, altra canzone giocata sul tono ironico di un dialogo botta e risposta fra un uomo e delle altezzose divinità. Conclude questa pietra miliare del mondo della musica il brano Futura, un inno alla vita che racconta della storia di due giovani amanti, l’uno di Berlino Est e l’altra di Berlino Ovest, che ipotizzano della loro futura figlia. Si chiude, con questo pezzo uno degli album più belli di sempre della musica italiana.

Negli anni che seguono, Lucio Dalla conquisterà una lunga serie di successi con altre canzoni del calibro di Pecorella, Se Io Fossi un Angelo, Attenti al Lupo, Canzone, Ayrton (dedicata al pilota di Formula 1 Senna) e Ciao. Lucio Dalla si spegne il primo Marzo del 2012 all’età di 68 anni, colto da un infarto: ha lasciato un segno indelebile nel cuore di ogni italiano amante di poesia e musica e sarà per sempre ricordato per il personaggio che era, simpatico, comico e burlone da una parte (tutti gli sketch con Roberto Benigni e Rosario Fiorello), professionale, virtuoso e grandissimo cantante dall’altra. Per concludere, si ricordino i versi conclusivi della canzone Cara, un vero e proprio epitaffio: “Buonanotte anima mia, adesso spengo la luce, e così sia”.

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