• giovedì , 28 Marzo 2024

Babbo Natale al mercato

Il 25 dicembre si festeggia, secondo i costumi cristiani, la nascita di Gesù Cristo. Natale è sempre stato sinonimo di regali, vacanze e famiglia. In inglese si traduce con Christmas che vuol dire letteralmente “celebrazione di Cristo”. Natale è in realtà superficialmente diventato Babbo Natale. Una acutissima trovata commerciale iniziata dalla seducente Coca Cola ha anche cambiato completamente l’immagine di Santa Claus (scristianizzazione definitiva di San Nicola mentre secondo altri nient’altro che un folletto dei paesi del Nord Europa) per renderla più amichevole e vendibile.

Babbo Natale non è uguale ovunque nel mondo. Pochi sanno che in Russia esiste il Nonno Gelo: antico demone delle nevi che distribuisce regali durante la notte di capodanno con la nipote. Anche in Russia questa figura si è trasformata molto durante la guerra fredda e il lungo contatto con gli Stati Uniti d’America. Un cambiamento non troppo monumentale come avvenuto per il famoso Babbo.

 

 

La verità è che dalla fine di Ottobre si sono susseguiti promozioni e sconti: prima Halloween, poi il Black Friday e infine i saldi di Natale. Si corre dietro alle letterine dei bambini per saziare i loro desideri scritti su carta.

Serpeggia nella mente di molti una voce che invita al consumo sfrenato. Andare in un centro commerciale per comprare una padella per necessità e trovarsi con anche un set di tovaglie perché in promozione è un semplice esempio. Le pubblicità dalla più estrosa alla più banale inculcano in chiunque che Natale significa comprare.

Notevole è stata l’azione tentata nell’Oriocenter di Bergamo dal 24 al 27 Dicembre. Molti dipendenti hanno deciso di scioperare per stare assieme alle loro famiglie invitando i clienti a passare le festività con i parenti. Il messaggio è stato urlato da un impiegato sul sito “Bergamonews” spiegando che nei centri commerciali non si vendono beni di prima necessità e che il Natale è per stare con i propri cari non per comperare in modo smisurato. Questo appello voleva sottolineare l’importanza in primis dei diritti dei lavoratori e in secondo luogo l’importanza della festività natalizia.

Oramai il periodo di Natale si potrebbe tranquillamente chiamare “Settimana Mondiale del Commercio”. A volte si confonde la ricchezza con una piccola povertà spirituale: non si festeggia per i regali, che rimangono una felice tradizione di questa fase dell’anno, ma per la compagnia.

Non si critica il consumismo, ma quello estremo. Si potrebbe parlare di come molte mode sono cambiate (non in meglio o in peggio, semplicemente trasformate), influenzate dalla televisione per conto delle multinazionali. Così si dovrebbe cambiare anche questa festa. Papa Francesco stesso ha detto: “Senza Gesù non c’è Natale, c’è un’altra festa, ma non Natale.” E ha spiegato con argomenti diversi il contenuto di questo articolo.

In tanti si sono accorti di questo fenomeno che sembra irreversibile e alcuni hanno cercato una soluzione personale. Secondo molti il primo passo potrebbe essere staccare il proprio cellulare (tv o computer) e spegnere le maggiori critiche di questo decennio, le quali dicono sia impossibile guardarsi negli occhi e parlare.

Babbo Natale è andato al mercato. Ma il focolare è ancora acceso e la famiglia seduta. Si festeggia: è Natale.

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