• martedì , 19 Marzo 2024

Chiamatele pure morti bianche.

Luca Lovati. 70 anni ad agosto. Nella mattinata del 9 luglio si stava occupando di allestire la mostra antologica per il suo grande maestro, nonché migliore amico, Agostino Bonalumi (1935-2013). Però un improvviso malore gli ha fatto perdere l’equilibrio e la caduta da un’impalcatura di 5 metri gli è stata fatale.  Adesso la mostra di Palazzo Reale a Milano, ben 120 opere distribuite in 11 stanze, è stata aperta con una dedica per ricordare il ruolo fondamentale svolto dall’assistente dell’artista nel corso della sua brillante carriera.

Infatti Bonalumi, insieme a Lucio Fontana, Piero Manzoni ed Enrico Castellani costituisce il maggiore esponente del movimento dell’estroflessione (dilatazione spaziale verso l’esterno della tela, per lo più monocromatica, tramite specifici accorgimenti tecnici, che crea così ombre prospettiche contrarie alle direzioni delle normali sorgenti di luce e trasmettendo una sensazione disorientante) e dell’arte astratta sviluppatosi nel XX secolo come tentativo di totale azzeramento e rinascita del concetto di arte canonizzata fino ad allora.

L’opera che stava allestendo Lovati è la celebre “Struttura Modulare Bianca”, comparsa per la prima volta nel 1970 alla biennale di Venezia ed esposta oggi nella seconda sala della mostra dopo all’installazione “Blu Abitabile” che occupa maestosamente il punto di partenza di questo viaggio nell’astrattismo, che ormai ha acquisito molto più valore e peso di una semplice esperienza artistica per via della tragedia celata nel suo preludio.

Ma l’incidente di Lovati, per quanto triste, è solo uno dei tanti se si sposta lo sguardo sulla situazione dell’intera penisola. Solo dall’inizio del 2018 il numero di caduti del lavoro (anche conosciuti come fenomeni di morti bianche o omicidi del mestiere) ha raggiunto la preoccupante quota di 406 vittime. Se si prendono in considerazione anche le morti avvenute durante gli spostamenti allora la cifra impenna fino a raggiungere oltre le 700 vittime (numeri forniti dall’Osservatorio indipendente morti sul lavoro di Bologna). Mentre ufficialmente nel 2017 sono stati contati 632 casi simili (quasi due vittime per ogni giorno dell’anno!) accompagnati dai 380 mila casi di infortuni sul lavoro, che significano un grave incremento dell’1,3% rispetto al 2016. 

“100 Sogni morti sul lavoro” di Gianfranco Angelico Benvenuto

In Italia la regione che occupa il primo posto nella macabra classifica degli incidenti sul lavoro  è il Veneto, e secondo le statistiche alcuni dei mestieri che espongono a maggiori rischi il lavoratore sono nell’ambito dell’edilizia (i muratori costituiscono più del 50% delle vittime) e quello dell’agricoltura (20%). 

Sebbene per gli studenti delle scuole di secondo grado sia necessario frequentare un corso sulla sicurezza sul lavoro e vengano quindi preparati a gestire la propria salute e il proprio ambiente di lavoro a livello teorico, poi quando si parla di pratica, mancano i materiali e la questione viene spesso ancora trattata con eccessiva leggerezza da molte, troppe aziende. Come viene puntualmente dimostrato dai dati, e come possono testimoniare i famigliari che a fine giornata si aspettavano di rivedere tornare colui che non poterono mai più abbracciare.

 

Chiamatele pure morti bianche.

Ma non è il bianco dell’innocenza

non è il bianco della purezza

non è il bianco candido di una nevicata in montagna

E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli

che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto

occhi spalancati dal terrore

dalla consapevolezza che la vita sta scappando via.

Un attimo eterno che toglie ogni speranza

l’attimo di una caduta da diversi metri

dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni

del trattore senza protezioni che sta schiacciando

dell’impatto sulla strada verso il lavoro

del frastuono dell’esplosione che lacera la carne

di una scarica elettrica che secca il cervello.

E’ un bianco che copre le nostre coscienze

e il corpo martoriato di un lavoratore

E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso

di una vita che si spegne lontana dagli affetti

di lacrime e disperazione per chi rimane.

Anche quest’anno oltre mille morti

vite coperte da un lenzuolo bianco.

Bianco ipocrita che copre sangue rosso

e il nero sporco di una democrazia per pochi.

Vite perse per pochi euro al mese

da chi è spesso solo moderno schiavo.

 

Carlo Soricelli, fondatore dell’Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro.

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