di Irene Lorusso
Alexandre Dumas è stato un famoso scrittore francese vissuto nel diciannovesimo secolo. I suoi più grandi successi furono la trilogia dei tre moschettieri e il Conte di Montecristo.
Tutta la storia di quest’ultimo è incentrata sulla figura enigmatica del conte di Montecristo, uomo misterioso che, dopo 14 anni di carcere e 9 di viaggi nell’Oriente, appare a Parigi e vi trascorre appena 4 mesi per portare a termine la sua personale vendetta. Montecristo è il ricco onnipotente che consacra tutte le sue forze e i suoi mezzi alla punizione di chi si è reso colpevole contro di lui infrangendo leggi divine ed umane, ma egli stesso è trasgressore di queste leggi, che scavalca e calpesta con noncuranza, pur di raggiungere il traguardo prefissato.
Secondo Edmondo Dantes, cioè il conte di Montecristo, e secondo Dumas, il delitto deve essere punito da colui che lo ha subito. E’ giusto così, è la volontà di Dio, la vendetta è sacra: é il sangue che chiama sangue. L’aspetto della vendetta è molto attuale e nei secoli, più volte è stato riportato sia su carta che su pellicola cinematografica, ma Dumas è stato l’unico a presentare questo tema con precisione e con la sua solita fluidità nella scrivere, modalità di scrittura che rendere il libro un classico che mai stancherà i lettori.
Molti artisti hanno preso spunto dalla vicenda del conte, come il regista James McTeique, che ha incentrato il suo capolavoro, V per vendetta, film del 2005, con un cast d’eccellenza formato da Natalie Portman e Hugo Weaving, sulla vendetta di Montecristo, da cui il protagonista, V, prende spunto.
La fama di Dumas è sempre stata grande tanto che gli è stata dedicata una statua nel 1883 di Gustave Dorè, che in seguito affermò: “Se ogni lettore di Dumas avesse versato un solo centesimo, questo monumento, anziché di marmo, avrebbe potuto essere d’oro massiccio”.