• venerdì , 19 Aprile 2024

Karl Lagerfeld raccontato da Lorenzo Ferrarotto

Karl Lagerfeld con la sua adorata gatta Choupette

Karl Otto Lagerfeld. Come quella di ogni leggenda la sua vita è avvolta nel mistero: perfino la data di nascita è incerta, ed oscilla tra il 1933 ed il 1938. Sebbene sia più probabile la prima ipotesi, lui afferma invece di essere nato nel 1935. Muore quindi il 19 febbraio 2019 a (circa) 85 anni, designando come erede Virginie Viard. La fine di un’era nel mondo della moda, che perde il direttore creativo di Chanel e Fendi, nonché indiscussa icona di stile che ha saputo fare di sé una vera e propria leggenda. Un personaggio eclettico ed istrionico che ha stupito il suo pubblico (immenso sui social e non solo) attraverso i capi innovativi e soprattutto le citazioni, tanto apprezzate da essere raccolte nel volume “La vita secondo Karl”, a cura dei giornalisti francesi Jean-Christophe Napias e Sandrine Glbenkian. Ecco alcune chicche direttamente dai suoi “karlismi”, neologismo con cui vengono identificate proprio le perle di irriverenza del kaiser della moda:

“La moda non è né morale né immorale, però è fatta per tirare su
il morale”.

“Penso che i tatuaggi siano orribili: è come vivere tutto il tempo con addosso un abito di Pucci”.

“Pensate rosa, ma non indossatelo”

“La famiglia reale inglese? È del tutto inutile ma la monarchia è un’istituzione piacevole, fa bene al turismo”.

Aforismi che hanno ispirato anche Lorenzo Ferrarotto, stilista emergente classe 2001, che nonostante la giovanissima età si è già fatto conoscere attraverso sfilate (guidato dal noto stilista Walter Dang, che ha subito riconosciuto il suo straordinario talento, ha aperto la settimana della moda di Torino con lo show “Je suis Lollò”) e le interviste su blog e giornali tra i quali anche la Stampa, oltre ad alcune apparizioni televisive.

Nella foto lo stilista Lorenzo Ferrarotto

Ecco Karl Lagerfeld raccontato da Lollò:

I. : Come il pensiero di Karl Lagerfeld ha influenzato il tuo modo di pensare e vedere la moda?

L. F. : Ho imparato da lui a prenderla (e a prendermi) meno seriamente, con più ironia, ma al tempo stesso in maniera più professionale. Proprio i suoi aforismi (geniali) mi hanno fatto riflettere su cosa fosse per me lo stile.

I. : Chi è per te Karl Lagerfeld?

L. F. : Un genio, un visionario, un personaggio con mille sfaccettature, faceva di tutto: è stato stilista, fotografo, filantropo, scrittore, regista, attore in un film di Andy Warhol, interior designer (si è occupato lui degli interni dell’hotel Metropole di Montecarlo). Una figura inimitabile del mondo della moda e non solo.

I. : In cosa ti senti vicino a lui e in cosa invece distante?

L. F. : Distante per quando riguarda l’età ed il successo direi, e la visione della donna: elegante e seriosa per il Karl di Chanel, più ironica e sportiva per me. Per il resto ci sono molti punti di contatto tra i nostri modi di pensare.

I. : Karl resterà un leggenda immortale?

L. F. : Sicuramente, perché lui è immortale. E la sua morte non farà altro che rendere ancora più vivo il suo personaggio. Su Instagram non si fa altro che parlare di lui e continuerà ad essere così. Ha segnato la moda lavorando per marchi come Chanel, Chloé, Fendi, Lagerfeld, Jean Patou,…
Ha inventato e depositato lui la doppia F di Fendi, che sta per “divertimento e pellicce” in inglese. Ha rivoluzionato il mondo della moda e resterà leggenda, indimenticabile per tutti coloro che sono parte (o ammiratori) del fashion system.

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