• sabato , 20 Aprile 2024

Senza famiglia

A soli undici un ragazzino è rifiutato dalla sua stessa famiglia perché autistico e di conseguenza è stato affidato al Tribunale dei Minori. La telefonata arrivata agli operatori del Trentino è stata fatta da alcuni assistenti sociali di un’altra regione, impossibilitati a gestire da soli una situazione così drammaticamente grande. Gli operatori di Casa Sebastiano hanno deciso di rendere immediatamente pubblica la richiesta, ma tutelando la privacy del minore e della sua famiglia, in modo da cercare una soluzione il prima possibile e contemporaneamente hanno voluto esprimere il loro senso di disagio per una vicenda davvero particolare. Si tratta di una vera e propria “sconfitta della società” come dichiarano gli operatori della Fondazione Trentina Autismo.

Per il centro in questione non è la prima volta che ricevono telefonate di tal genere; si tratta, infatti, di un’emergenza continua. Molte famiglie per motivi economici non hanno le possibilità di sostenere le spese mediche per i loro figli e così si trovano costretti a ricorrere a dei centri d’aiuto.

Ma in questo caso la situazione è molto differente, perché se una famiglia si arrende le Istituzioni hanno fallito. Dichiara così Giovanni Colletti, presidente della Fondazione trentina per l’autismo e tra i fondatori di Casa Sebastiano: “Quello che si può dire è che purtroppo, in generale, mancano gli aiuti e le informazioni per queste situazioni. Quando questi ragazzi finiscono la scuola dell’obbligo e cala il buio assoluto da parte delle istituzioni, è complicato trovare sostegno e supporto in età adulta. C’è poi un discorso sull’approccio che molto spesso è soltanto medico o farmacologico, quando invece ci sono altri strumenti da adottare”.

Si apre così un dibattito di carattere socio-politico su quanto il Governo presti attenzione alla tutela della disabilità, in questo caso di un minorenne. La risoluzione in materia di disturbi dello spettro autistico è stata approvata all’unanimità da tutti i gruppi politici della Commissione Affari Sociali e Sanità. Con questa Risoluzione si chiede al Governo di assumere iniziative volte a favorire il potenziamento delle equipe mediche nei servizi di neuropsichiatria infantile e nei servizi di salute mentale, oltre ad incrementare le pensioni di invalidità civile.

Il problema principale per cui il Governo non interviene in queste situazioni è l’insufficienza di fondi pubblici. Lo Stato che è garante della salute pubblica “dovrebbe” tutelare chi si trova in condizioni di salute precarie. A causa del debito pubblico che sta soffocando il Paese, alcune situazioni vengono lasciate da parte e troppo spesso trascurate, motivo per cui si arriva fino a condizioni come quella del ragazzino di undici anni di Trento.

Il volontariato in questo campo è molto presente ma non è sufficiente perché si necessita di strutture idonee ad ospitare chi soffre di patologie di tal genere e non ha la possibilità di provvedere autonomamente a se stesso.

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