• venerdì , 29 Marzo 2024

Amore ieri e oggi

di Francesca Aimone

La parola “amore” è la più usata e abusata di tutti i tempi.

Brividi sulla schiena, battito a mille, farfalle nello stomaco. Questi sono principalmente i sintomi grazie ai quali si può capire se si è innamorati, l’aegritudo amoris di Dante. Incredibile pensare che la tanto decantata sintomatologia d’amore, ovvero l’insieme di tutti quei sentimenti che si palesano al cospetto della persona amata, sia la stessa che i giovani di oggi provano.

Tutti a partire dai filosofi per poi passare agli psicologi e, infine, ai poeti non possono fare a meno di parlare di amore. Eppure nessuno è in grado di definirlo esattamente.

L’amore affascina da sempre anche le menti più brillanti ma, al tempo stesso, può provocare stati di profonda depressione e turbamento in coloro che non riescono a superare il rifiuto della persona amata.

In una società in cui la parola amore è a dire poco inflazionata e spesso usata a sproposito, capire il vero senso dell’amore e dell’innamoramento è importante per vivere pienamente le relazioni umane. Bisogna tentare di scavare nel significato stesso della parola, comprendendo la psicologia del donarsi al prossimo.

Il termine “amore”, in realtà, comprende sentimenti anche molto diversi fra loro. C’è, infatti, l’amore verso la propria madre o verso i figli che ha natura principalmente affettiva ed è molto differente dal sentimento che si prova nei confronti di una persona da cui ci si sente attratti mentalmente o fisicamente. C’è, poi, l’amore verso se stessi, assai difficile da trovare.

L’amore del primo tipo è quello più comune e, come detto, si basa sull’affetto. La seconda tipologia di amore, invece, colma completamente la persona ed è quello di cui i poeti per lo più scrivono.

Ogni poeta ha la sua musa ispiratrice, che spesso è la causa della sua felicità o della sua disperazione e lo induce a comporre appassionate liriche. A seconda del periodo storico in cui sono vissuti, i poeti ci hanno parlato in modo diverso dell’amore.

Catullo nel I secolo a.C. descrive dettagliatamente tutte le fasi del suo amore per l’amata matrona Lesbia, concludendo le sue liriche con frasi ciniche e piene di disprezzo a causa del tradimento e del dolore subito.

Dante, vissuto in un’epoca in cui l’unico scopo della vita era quello di arrivare al cospetto di Dio, unica fonte di pura felicità, ci racconta di Beatrice che non solo è la donna amata ma è anche una donna Angelo, perciò soltanto lei può portarlo alla contemplazione di Dio.

Pablo Neruda, vissuto nel Novecento, ci racconta storie d’amore complesse e tormentate che talvolta conducono ad un amore incondizionato, senza riserve.

Noi, invero, ci sentiamo lontani anni luce da questi grandi personaggi del passato eppure l’amore è un qualcosa che ci accomuna e davanti ad esso siamo tutti uguali. Oggigiorno sono soprattutto i cantanti che, attraverso la musica, ci parlano degli amori più segreti e più passionali e ci coinvolgono nelle loro gioie e dolori.

L’amore giovanile spesso si distingue per la sua “purezza di spirito” e per la sua leggerezza; è tanto magico quanto ingenuo e pericoloso poichè provoca sensazioni ed emozioni travolgenti, uniche, indimenticabili ma, al tempo stesso, struggenti e, talvolta, fortemente dolorose.

Spesso si sente dire che i giovani non credono più nell’amore perché, invece di apprezzarne la spensieratezza e leggerezza, lasciano troppo spazio alla tristezza e alla malinconia. L’amore giovanile e adolescenziale è in ogni caso una delle esperienze più incredibili che l’essere umano possa provare perchè è potente, travolgente, effimero ma mai banale.

Tra le nostre insicurezze e tra i nostri sogni, ogni amore giovanile merita di essere vissuto. Lasciarsi andare alla gioia, poi piangere fino allo sfinimento e dopo ancora rialzarsi è ciò che ci fortifica e che ci insegna ad affrontare la vita da adulti.

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