• venerdì , 29 Marzo 2024

La falsa politica

di Leonardo De Rosa

Nel mondo di oggi la politica che siamo abituati a vedere e ascoltare è falsa. È una farsa, una commedia spacciata per arte politica, ma non è così. Tutto ciò per colpa di una sola cosa: il denaro. 

Oggi il denaro è il generatore di tutti i valori. Non siamo più capaci di definire i valori di verità, bellezza, giustizia, ma siamo solo in grado di definire ciò che è utile. “Utilitarismo” è diventata la parola chiave del nostro tempo . Siamo sempre alla ricerca di ciò che ci è utile. Perciò nella nostra società occidentale vi è una egemonia del denaro. 

La stranezza è che questa stessa cultura è stata fondata da due tradizioni proponenti di valori contro il denaro: la grecità e la tradizione giudaico- cristiana. In ordine: Aristotele definiva il denaro come simbolo di ricchezza, e in quanto simbolo non creatore di ricchezza. Infatti il denaro è debole per natura poichè esiste solamente in presenza di una legge che lo concretizzi e ne dia valore. La parola denaro in greco si dice “nomisma” la cui radice è “nomos” ovvero legge. Infatti se domani mattina un qualche importante politico decidesse che l’euro non vale più nulla tutte le nostre ricchezze andrebbero a svanire e le nostre vite, trascorse nel cercare di capire come guadagnare quelle stesse, non avrebbero significato. Nel Vangelo secondo Luca invece si dice “prestate soldi senza aspettarvi restituzioni”. Quindi anche la cultura giudaico-cristiana stigmatizza il denaro, lo ritiene un qualcosa di effimero da cui non ci si deve aspettare nulla. 

Tuttavia nel momento in cui queste due culture sono morte la cultura del denaro è sorta fra i cadaveri di Aristotele e compagnia. Il denaro quindi è il bene supremo. 

Così si arriva nell’800 dove Hegel divide la società in persone e individui. Le prime hanno i soldi, e di conseguenza dignità: infatti rispettano le leggi, traggono vantaggio dal farlo poichè se esse cadessero allora cadrebbero le loro ricchezze. I secondi non hanno soldi e quindi non hanno dignità, perchè non avendoli fanno di tutto per averli, e operano anche oltre la legge. 

Addirittura egli dice “homo sine pecunia imago mortis” ovvero “l’uomo senza soldi è l’immagine della morte”. In più Hegel ci dona una grandissima intuizione. Il Filosofo tedesco formula l’assioma per cui l’incremento quantitativo determina una variazione della qualità. Ad esempio: se una catastrofe naturale si manifestasse in modo lieve (valore quantitativo) noi non la percepiremmo e il paesaggio rimarrebbe invariato (valore qualitativo); se invece quella stessa catastrofe si manifestasse con maggiore forza noi la percepiremmo senz’altro. 

Quindi una crescita del valore quantitativo implica una variazione di quello qualitativo. 

Marx riprende questo concetto e stabilisce che nel momento in cui il denaro è sempre più presente e importante (valore quantitativo), diventando condizione universale, esso non è più un mezzo ma un fine, uno scopo (valore qualitativo). Infatti i nostri bisogni di uomini si soddisfano al giorno d’oggi solo grazie al denaro, nella sua mancanza non troveremmo appagamento dei nostri bisogni. Quindi il nostro scopo e fine è il denaro che serve per soddisfare i nostri bisogni.  Ecco come il denaro è diventato il bene supremo, ecco com’è diventato il fine ultimo, l’alfa e l’omega. Così si capisce come oggi la politica abbia perso il suo valore, e sia diventata una falsa politica. Platone definisce la politica come “basilikè tèchne” ovvero “tecnica regia”. Infatti se tutte le altre tecniche sanno come fare le cose la politica sa se e perchè farle. Quindi la politica è il luogo di decisione. Ma oggi non è così. Oggi la politica per decidere deve rivolgersi all’economia. 

Se le proposte fatte in politica sono irrealizzabili economicamente non vengono portate a termine. Basti pensare alla flat tax e il reddito di cittadinanza, provvedimenti che in uno Stato altamente indebitato come quello italiano sono impensabili.  Uno Stato non può non interessarsi all’economia, in quanto esso stesso crollerebbe e i suoi cittadini con lui.  Perciò le cose che rimangono alla politica sono salotti televisivi, campagne elettorali costellate di promesse strampalate, e slogan che spengono il cervello degli elettori. Ma questa non è politica. 

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