Aspettando Natale, l’intero istituto fa festa e si regala una serata all’insegna della solidarietà, della gioia e dello stare insieme, in un’atmosfera illuminata dalle attrazioni e dai volti dei più grandi e piccini.
In un clima di sorrisi in cui persino i professori più temuti sembrano docili agnellini, ci siamo proposti di far riflettere i presenti sul vero dono che il Natale ci lascia. Fermiamo sia ragazzi che genitori in mezzo ai gazebo e tutti confermano il ruolo essenziale che la famiglia ha a Natale. Per alcuni, come il professor Accossato, è il sorriso di un figlio, per Andrea è la gioia per i regali ricevuti, per molti è il tempo di ritrovare gli amici e approfondire le relazioni, come per la professoressa Micheletti. Tutti insieme si uniscono elementi importanti per trovare il tempo di fare un bilancio dell’anno concluso e coltivare speranza per il successivo. Ma c’è chi non si abbandona totalmente alla dolcezza dei lauti pasti e come il prof Garino si rammarica per il periodo particolarmente impegnativo per la linea; un papà intervistato è persin terrorizzato dall’incombente arrivo di sua suocera in casa sotto le feste. Eppure la nostalgia della professoressa Cara ci culla nel ricordo dei passati natali, un ricordo che a Don Cip ridona vivacità. Il professor Gardino definisce questa memoria come la nascita di Gesù , una storia vera, un messaggio di vita che come dice Don Pier ci rimane per sempre.

Arianna ci ricorda che è un clima d’attesa, in cui c’è una luce diversa dal solito, in cui coltivare l’amore tra famigliari, genitori, amici e innamorati. A metà serata si spengono le luci e un presepe vivente si mischia alla festa, alle persone, per unire concretamente valori, desideri, emozioni alla natività di Gesù.
