di Angelica Petean
Mentre la maggioranza degli italiani ha passato questi mesi appena passati chiusa in casa discutendo su quale manicaretto preparare per pranzo e fronteggiando problemi comuni, un altro pezzo del nostro paese (e sfortunatamente anche di tanti altri) è stato costretto a rimanere in strada, esposto a una serie di vulnerabilità tra cui anche la diffusione del Covid-19.
È stato definito “l’esercito degli invisibili”, esercito difficile da quantificare dal momento che una serie di persone soprattutto straniere restano escluse dall’assistenza: in Italia dovrebbe raggiungere la cifra di 50.000, costretti a vivere per strada e senza medico di base. Già obbligati a vivere in povertà essendo sottoposti a mille vulnerabilità diverse, questi nuovi poveri sono aumentati a dismisura durante la pandemia; la carenza di assistenza insieme all’impossibilità di accedere ai servizi e alla mancanza di cure mediche hanno sottolineato la fragilità di un sistema che non si è mai davvero adoperato per cercare di mettere fine alla condizione precaria in cui migliaia di persone purtroppo vivono.
![](https://ilsalice.liceovalsalice.it/wp-content/uploads/sites/4/2020/07/homeless-2216479_960_720.jpg)
L’organizzazione umanitaria Intersos di Roma ha stilato un rapporto che recita come la mancata assistenza verso i clochard abbia ulteriormente escluso tale categoria anche dal circuito di monitoraggio e della prevenzione del virus. Se la quarantena da un lato ha contribuito a frenare la diffusione del virus, dall’altro è stata un volano che ha aumentato l’esclusione tra gli “invisibili”.
Ma la vera follia è avvenuta a poche settimane dal lockdown quando a un senza tetto è stata data una multa da 280 euro (se pagata entro 30 giorni, 400 in caso contrario) in quanto in strada ed in assenza di “comprovate esigenze lavorative, assoluta urgenza o motivi di salute all’interno del Comune”, benché il suddetto trasgressore abbia scritto sul verbale esplicitamente che non aveva una casa. A tal proposito Antonio Mumolo, presidente di “Avvocato di Strada”, onlus presente in 55 grandi città italiane, condanna ciò che sta accadendo chiaramente e senza mezzi termini affermando che: “Multare una persona che non può adempiere a un ordine impossibile è un’assurdità logica, prima ancora che giuridica. Bisogna inoltre tenere conto che fino a una settimana fa quelle erano delle vere e proprie denunce, non semplici verbali, per inottemperanza all’ordine dell’autorità e quindi una violazione dell’articolo 650 del Codice Penale”.
![](https://ilsalice.liceovalsalice.it/wp-content/uploads/sites/4/2020/07/homeless-4772990_960_720.jpg)
Insomma un nonsense assoluto e che rasenta pazzia. “Essere poveri” – come afferma Mumulo – “non è una colpa e questa crisi lo sta dimostrando a tutti.” Per vivere in uno Stato civile, alla base dovrebbero regnare l’empatia e la solidarietà o almeno dovrebbero essere sentimenti comuni e aneliti che ci avvicinano verso un futuro più solidale e umano. Fortunatamente esistono persone come Mumulo e i suoi collaboratori che nel silenzio riescono a cercare di aiutare dal punto di vista legislativo questo “esercito di invisibili” con la speranza che smettano di vivere nell’ombra. Come disse Margaret Mead: “Non bisogna dubitare che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi e impegnati possa cambiare il mondo.”