di Carlotta Arcostanzo
Da sempre siamo abituati ad avere l’appoggio di una famiglia che ci educa e ci indirizza verso la strada più giusta da seguire.
La famiglia è un insieme di componenti che si supportano a vicenda in qualsiasi situazione, senza giudicare e senza scendere a compromessi. Il valore che hanno una madre e un padre all’interno della vita di una persona è straordinariamente importante, non solo perché sono coloro a cui si è più legati fin dalla nascita, ma anche per l’educazione e i principi che trasmettono durante la crescita. Ed è grazie a quest’ultimi che un individuo si forma, diventa maturo, inizia ad essere più responsabile fino a farsi delle idee proprie , a volte anche diverse da quelle dei genitori. Infatti, è l’educazione che viene trasmessa nell’età adolescenziale che plasmerà, in parte, la persona che diventeremo in futuro.

Nella formazione di qualsiasi individuo, si distinguono due fasi di crescita: quella infantile, in cui i figli danno peso alle figure genitoriali, dal momento che hanno desiderio di conoscenza e provano nei loro confronti un grande attaccamento, e quella adolescenziale, periodo di transizione tra l’infanzia e l’età adulta, nella quale, spesso, si entra in un vivido contrasto con le figure genitoriali, a causa dei cambiamenti fisici e soprattutto psicologici che hanno luogo. È in questo periodo di tempo che si formano il carattere e la personalità fino al raggiungimento di una maturità tale da poter ragionare e prendere decisioni senza più l’aiuto dei genitori. I conflitti che si creano all’interno della famiglia, non sono altro che il risultato della crescita e dei cambiamenti emotivi e fisici di un adolescente. È per questo che, superato questo processo e trovato un certo equilibrio, un figlio riconosce tutti i sacrifici compiuti dai genitori.

Spesso, chi cresce orfano di madre o di padre, sente indubbiamente la mancanza di uno o dell’altro, ed è provato come questa assenza possa portare non solo problematiche a livello emotivo, ma anche un grande senso di vuoto. Esempi concreti di una tale mancanza riguardano difficoltà ad interagire con gli altri, bassa autostima, paura dell’abbandono, e ancora, problemi emotivi come ansia, depressione e aggressività. Ed è in questi casi che il compito dell’unico genitore deve essere ancora più efficace , dedicando più tempo ai figli ed essendo tollerante e paziente.

Inoltre, quello dei genitori , così come per i figli, è un compito piuttosto complesso. Si possono commettere errori da entrambe le parti, ma è proprio la consapevolezza di aver sbagliato che dà valore alla famiglia, che cresce insieme percorrendo un nuovo viaggio e che rende umano il rapporto. Dunque , non è assolutamente necessario puntare il dito o far crescere sensi di colpa, bensì migliorare dove si ha sbagliato e comprendere che esiste sempre la possibilità di scegliere se dare peso o meno alle influenze negative ricevute.
C’è chi, purtroppo, non ha la fortuna di avere una famiglia, ed è ciò che dovrebbe spronarci a ringraziare e , soprattutto, apprezzare tutti gli sforzi compiuti , nonostante gli ostacoli sul percorso.