• martedì , 19 Marzo 2024

Conoscere, amare e proteggere l’oceano

L’oceano. Un mondo vasto, affascinante, per certi versi misterioso e senza ombra di dubbio in gran parte sconosciuto a noi che viviamo sulla terraferma. Fin dal principio della storia dell’uomo, egli ha sempre cercato di sfruttarlo come insostituibile risorsa, sia come fonte di materie prime, energia e nutrimento grazie alla sua flora e alla sua fauna, sia come mezzo da utilizzare per il trasporto di persone e merci. Con il susseguirsi delle generazioni i grandi navigatori, esploratori e poi gli scienziati con l’avvento dell’oceanografia moderna nel XIX secolo, studiarono l’oceano, i suoi abitanti e il loro “comportamento” gettando così le basi della conoscenza che abbiamo oggi su questo mondo incredibilmente variegato e ricco di risorse che è tuttavia oggi come non mai assai fragile e bisognoso di azioni e attenzioni concrete volte a preservarlo da minacce purtroppo sempre più crescenti come l’inquinamento, la pesca intensiva e il cambiamento climatico. Oggi uno dei più grandi organi che si adopera in questo campo è l’Istituto Oceanografico di Monaco, una fondazione di beneficienza creata dal principe Alberto I di Monaco nel 1906 che da allora dopo oltre un secolo si impegna a diffondere la scienza dell’oceanografia attraverso ambienti come il celebre Museo Oceanografico ed eventi internazionali volti a sensibilizzare il pubblico sulla bellezza e la fragilità dell’oceano.

L’idea di fondare l’Istituto e conseguentemente il museo nacque dalla passione del principe Alberto I per la navigazione e l’oceanografia (tanto da ricevere il soprannome di “principe-navigatore”), che lo porto ad effettuare numerosi studi e viaggi culminanti in 4 grandi spedizioni in tutto il mondo a bordo di navi da ricerca insieme a scienziati ed esploratori durante i quali contribuì all’importante sviluppo dell’oceanografia. Degno di nota fu anche il periodo dal 1957 al 1988 (durante il regno del principe Ranieri III) durante il quale assunse il ruolo di direttore del Museo il celebre comandante e oceanografo Jacques-Yves Cousteau, che grazie alla sua passione per il mondo sottomarino, ai suoi esperimenti ed invenzioni (come il primo occhiale, la prima macchina fotografica e i primi equipaggiamenti subacquei) e ai suoi documentari e lungometraggi permise al mondo di conoscere meglio l’oceano e tutto ciò che nasconde. L’edificio monumentale della sede di Istituto e Museo fu costruito nel 1910 seguendo l’architettura barocca e ha un’imponente facciata sul mare, che domina la scogliera a strapiombo della Rocca di Monaco su cui sorge fino a un’altezza di 85 metri.

Al suo interno oggi vivono più di 6000 esemplari di flora e fauna del mondo marino, dai coralli alle murene, dai pesci pagliaccio alle tartarughe, provenienti da ogni parte del mondo e la cui maggioranza fu portata dallo stesso principe-navigatore di ritorno dalle sue spedizioni rendendolo un acquario rinomato in tutto il mondo e uno tra i più grandi. Inoltre vi è conservata una grande varietà di oggetti legati al mare, tra cui modellini di navi (di queste la famosa Hirondelle su cui Alberto I navigò), scheletri di animali marini (il più celebre quello di una balena gigante), conchiglie, strumenti, i primi equipaggiamenti per le immersioni di Cousteau e altro.

L’obiettivo primario del Museo Oceanografico di Monaco non è tuttavia limitato al solo mostrare la spettacolarità del mondo subacqueo, perché quest’ultimo aspetto è in realtà funzionale a sensibilizzare sui gesti che noi possiamo fare concretamente per proteggerlo. L’idea che ebbe già a suo tempo Alberto I è che il pubblico conosca e si innamori dell’oceano, perché solo così lo si può salvare. Il museo infatti dispone anche di un’ampia area totalmente interattiva in cui il partecipante può, attraverso la realtà virtuale o attività coinvolgenti, comprendere e imparare di più sulla fragilità dell’oceano oggigiorno e sulle minacce che incombono su di esso nonché sulle soluzioni e sulle azioni che possiamo quotidianamente effettuare per proteggerlo, prime tra tutte la diminuzione dell’utilizzo di plastiche a lunga degradazione e dei prodotti usa e getta che in ogni caso non devono per alcun motivo essere gettati in mare in quanto recano un danno ingente all’intero ecosistema.

Per chi visita il museo rimane sicuramente indelebile il ricordo di tutte le migliaia di creature che lo popolano. Una varietà così ampia e sorprendente che è impossibile non rimanerne innamorati e viene naturale domandarsi in che modo si possa proteggere e preservare. L’oceano è una risorsa dal valore inestimabile che per secoli rimase inesplorato sotto la superficie dell’acqua, ma grazie all’opera di gradi pionieri dell’oceanografia come Alberto I e Cousteau, oggi noi possiamo conoscere questo mondo così spettacolare e grazie all’istituto e al museo lo si può divulgare e condividere per il futuro, poiché pur vivendo sulla terraferma siamo legati inevitabilmente all’oceano. Non a caso il motto del Museo Oceanografico di Monaco è “Conoscere, Amare e Proteggere l’Oceano”.

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