• sabato , 20 Aprile 2024

La guerra delle società

Individuale e collettivo, uno scontro fra Titani

Prima della diffusione in Europa del pensiero del filosofo Fichte, la costituzione di uno Stato era basata su due principi fondamentali: il primo, quello del Giusnaturalismo, sanciva la superiorità dei diritti naturali dell’uomo su qualunque altra legge, mentre il secondo era quello del Contrattualismo, da cui si evince che sono i singoli soggetti a stipulare un contratto, che prenderà poi il nome di Stato. Non è quindi difficile dedurre che l’elemento che primeggia è l’individuo, infatti si tratta di una visione liberale-illuministica.

D’altronde lo scontro tra individuale e collettivo ha sempre sparso sangue sul campo di battaglia che è il mondo. Se sul fronte economico l’Ettore e l’Achille sono von Hayek, teorico del liberismo, e Marx, primo esponente del socialismo, su quello politico il liberismo combatte lo statalismo e la lite continua in tutti gli ambiti, fino a quello comportamentale dove l’introverso sfrutta la sua azione difensiva, mentre l’estroverso passa all’attacco.

Sopravvivere vs Vivere

La generazione dei “gen Y”, ovvero coloro che sono nati tra il 1981 e il 1996, è considerata la prima a non aver vissuto un periodo della loro vita caratterizzato da scontri bellici, essendo la guerra del Vietnam finita nel ’75, invece la generazione a loro successiva, definita “Z”, non ha neanche assistito alla cosiddetta “Guerra Fredda”, finita con la caduta del muro di Berlino nel 1989, ma è qui che l’opinione pubblica si sbaglia. La lotta dell’individuo contro la società si perpetua ancora oggi, e, come l’automobile uccise la cavalleria, come disse Giorgio Caponetti, così i sindacati e le varie associazioni di impresari sono la naturale evoluzione del conflitto in tempi moderni.

In più si aggiunge l’aggravante pandemia che ha costretto l’intera umanità a “vivere chiusa nelle sue tiepide case”, rendendo l’individualismo un fatto ancora più preponderante nel quotidiano e inasprendo i rapporti con la società, con quel contratto chiamato Stato. Gli uomini hanno così capito di poter sopravvivere senza i legami sociali e facendo a meno di ogni tipo di azione solidale.

La vera guerra quindi, si sposta dall’individuale versus il collettivo, alla scelta tra il sopravvivere ed il vivere.

Trattato di Pace

Non si può negare che l’uomo possa sopravvivere senza solidarietà con gli altri individui, ma ciò non implica che egli debba farlo. D’altro canto già più di duecento anni fa si scopre che l’essere umano deriva dalla scimmia, animale che ama la vita di branco. I legami sociali che uniscono gli uomini sono ciò che fa la differenza tra il mero sopravvivere e il lieto vivere, sono il trattato di pace che permette alla società, seppur composta da singoli individui, di prosperare e avere un avanzamento tecnologico. Se la “società individualizzata” ipotizzata da Bauman è una società dove è avvenuta una dispersione di questi valori solidali, allora questo implica che è una società in guerra, in lite con se stessa e con le altre comunità; in questo caso repetita non iuvant: la storia insegna che la combinazione di guerre civili ed estere non porta mai alla vittoria.

Guerra nucleare?

E allora ecco che entra in gioco il paladino difensore di tali valori, l’azione solidale che permette agli uomini di far fronte comune contro un unico avversario: la guerra stessa che si era instaurata.

La solidarietà diventa la bomba atomica delle armi, quella che il conflitto dovrebbe temere di più perché lo annienta prima ancora che possa recare danni, infatti se lo scontro può combattere le forze esterne che si conoscono, la fratellanza è in grado di sconfiggere anche quelle ignote: la solidarietà dei medici è quella che ha recentemente aiutato a combattere il corona virus, la solidarietà della Chiesa è quella che si scontra contro la fame nel mondo ed è sempre la solidarietà tra individui che porta gli stendardi della carità.

Allora la paura della terza guerra mondiale non deve più essere un sentimento negativo, ma vuole avere più un effetto catartico: gli isotopi della solidarietà saranno quelli che andranno ad applicare modifiche al nostro DNA, e come tutte le mutazioni genetiche, quando si tratta di un cambiamento positivo l’evoluzione svolgerà il suo corso portando all’ereditarietà di questo nuovo carattere che salverà la specie da estinzione sicura.

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