• giovedì , 28 Marzo 2024

Il passaggio di testimone

Da anni ormai nel mese di dicembre quattro esperti si recano nel nostro istituto per raccontare ai ragazzi l’affascinante e molto articolato mondo delle donazioni e dei trapianti.
Due medici del coordinamento regionale delle donazioni degli organi (Anna Guermani, anestesista rianimatore e suo marito, il dottor Potenza), il dottor Giacardi, chirurgo che ha lavorato per molti anni al centro Trapianto fegato delle Molinette e Anita Siletto, una trapiantata di fegato, ancora una volta hanno trasmesso importanti insegnamenti agli studenti del nostro quarto anno attraverso una videoconferenza in diretta dall’ospedale Molinette.

A primo impatto può sembrare strano e incomprensibile affrontare l’argomento di donazione e trapianto con persone così giovani, ma un ottimo motivo per parlarne è quello di informare i ragazzi in modo che possano esprimere, una volta maggiorenni, liberamente e consapevolmente la loro scelta in merito alla donazione degli organi.

Un altro motivo valido è combattere la disinformazione riguardo all’argomento, trattato in modo scandalistico e sensazionalistico, dai social in particolar modo. Rispettando questa premessa gli ospiti sono riusciti a trasmettere messaggi corretti parlando direttamente ai nostri cuori.
A cominciare è stata Anita Siletto che ha portato la testimonianza della sua storia speciale.
Anita ha subito un trapianto di fegato 10 anni fa: per lei quello di oggi è un bellissimo traguardo che ha potuto raggiungere grazie al dono ricevuto da una persona che non conosce e che ha agito con generosità aderendo alla donazione di organi. La primaria cosa che le interessa dire è che il trapianto è vita: lei si considera pertanto “rinata” grazie all’intervento e prova una profonda gratitudine giornaliera nei confronti di questo donatore sconosciuto.
Gli anni in cui ha iniziato a stare male sono stati molto difficili, colmi di sofferenza e di paura, ma dopo essere stata messa in lista di attesa per il trapianto, finalmente un giorno ha ricevuto la telefonata che attendeva con ansia e che annunciava la fine di un percorso molto doloroso in quanto era stato trovato un organo a lei compatibile.
In seguito alla telefonata Anita si è sentita in una condizione ambivalente: da una parte sapeva che c’era probabilmente una famiglia che stava soffrendo per la perdita di una persona, dall’altra c’era lei che desiderava continuare a vivere.
L’intervento è stato eseguito con successo e dopo qualche mese Anita ha ripreso una vita normale.
Ha così deciso di intraprendere il suo percorso nel mondo del volontariato in un’associazione che si occupa di trapiantati di fegato.


In questi 10 anni ha fatto tante esperienze, ha vissuto bene e tutto questo grazie al prezioso dono ricevuto, in primis dal donatore del fegato ma anche grazie a quello da parte di coloro che hanno contribuito alla riuscita del trapianto instillando in lei vita con le loro goccioline di sangue, poiché per un trapianto ne sono necessari tantissimi litri.
E’ un po’ come se il donatore le avesse passato il testimone e le avesse dato così la possibilità di continuare a correre in questa vita, che lei cerca di onorare al meglio tutti i giorni, “perché è bello vivere” afferma. Spesso quando incontra i ragazzi dice loro: “Godetevi la vita e vivetela bene, perché è talmente preziosa che non ci si può permettere di fare errori”, esortandoli dunque a fare scelte ponderate. Con quest’ultima affermazione invita a riflettere in particolar modo sul tema dell’assunzione di droghe e alcol ma insiste anche sull’importanza di una buona alimentazione.

In seguito i medici hanno chiarito il significato ben preciso del termine donare che sottende un gesto libero e gratuito.

Hanno poi risposto alle domande poste loro dai ragazzi. Molte di queste hanno permesso di fare chiarezza sulle caratteristiche che deve avere un donatore e su cosa si può donare. Abbiamo dunque imparato che il donatore può essere vivente o deceduto; se vivente è necessario che sia maggiorenne, goda di buona salute e pesi più di 50 chilogrammi.
Parlando poi dei donatori deceduti è stato inevitabile non esimersi dall’affrontare il tema della morte e si è detto che l’unico modo per conseguire il trapianto senza venir meno al rispetto del donatore è stato quello di fissare regole e sistemi di controllo attraverso delle leggi ben precise per evitare fenomeni illeciti legati al mondo dei trapianti.

Sono poi emerse altre curiosità, come il rapporto tra le principali religioni e la donazione degli organi.
La donazione è una questione di coscienza individuale.
I trapianti sono accettati dalla Chiesa cattolica e la donazione è incoraggiata in quanto atto di carità.

Non ci sono religioni che vietano la donazione. Molte lasciano libertà di scelta ai fedeli.
Mediamente i cristiani hanno un atteggiamento favorevole riguardo ad esse. L’unica religione che assume una posizione differente è il taoismo, che non è contrario alla donazione ma non accetta la definizione di morte come “la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo” e sostiene che essa sia rappresentata dalla morte cardiaca.
E’ dunque comprensibile la grande importanza della distinzione tra morte celebrale, stato vegetativo e coma.

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