Simone Lo Presti, un ragazzo di soli 22 anni, con una grande passione che ha coltivato sin da piccolo con la sua perseveranza e curiosità. Lo spettacolo.
A soli dodici anni partecipa per “Una voce per Don Bosco” accaparrandosi il primo premio con un pezzo di Pavarotti e non solo, riesce a posizionarsi al primo posto anche negli anni successivi con Michael Bublè e Frank Sinatra.

L’amore per il canto lo ha sempre accompagnato ed è stato il suo più grande rifugio anche nei momenti di sconforto e scoraggiamento.
Infatti, come spiega, gli otto anni a Valsalice gli sono stati sicuramente utili e gli hanno regalato la possibilità di potersi esibire sin da piccolo, ma per alcuni tratti sono stati anche difficili: non tutti comprendevano appieno questo suo interesse per il canto ma, come spiega, “la luce che trovavo nel teatro era la mia salvezza da tutto e da tutti, ed è stata la forza che mi ha permesso di andare avanti”.
Durante il liceo, Simone era un ragazzo che non sapeva ancora dove sarebbe arrivato, come disse lui stesso a diciott’anni in un’intervista per il Salice, tenuta da Rachele Parravicini: “Il mio sogno nel cassetto è quello di diventare un cantante e fare della mia passione un lavoro, ma solo il tempo ce lo dirà”, e dopo soli quattro anni è tornato a raccontarci delle sue esperienze come musical performer: dall’Accademia del Teatro Nazionale di Milano (dopo essere riuscito ad entrare tra i tredici concorrenti scelti) ai musicals di Mary Poppins, A Chorus Line e Singin’ in the Rain.

Simone inoltre continua dicendo che l’unica cosa che gli ha permesso di raggiungere quei risultati è stata unicamente la sua passione: infatti, dopo aver frequentato un anno nell’Università di Lingue e Culture per il turismo dell’UniTo si è reso conto che quello non era l’amore che voleva trasmettere, voleva regalare qualcosa e l’unico modo per farlo era perseguire la strada dello spettacolo.
L’attore, dev’essere tramite, fulcro e vestito: “Recitare è un gioco vero e proprio. Nel teatro non ci sono regole, non vige la politica, vale solo l’immaginazione, la fantasia, e ciò che non esiste, in quell’istante diventa possibile solo se tu ci credi”. Inoltre, per descrivere il teatro, citando Proietti, dice: “Il tratto più importante nel mondo dello spettacolo è sicuramente la generosità. La generosità di non solo colui che va sul palco e vuole raccontare una storia, ma di chi arriva a teatro ed è pronto a ricevere e raccontare la scena stessa”. Infatti il teatro è espressione, magia, emozione, “Recitare è un atto d’amore”.

Simone conclude l’incontro tenutosi per il Salice, regalandoci un pezzo di sé: riesce a trasmette attraverso lo schermo, tutte le sue emozioni, interessi e bravura cantando un pezzo di Eddie Umidino, personaggio del musical di Sister Act.
Facendo ciò riesce a rompere quella barriera che si è venuta a creare con l’inizio della didattica a distanza e ci dona la preziosa possibilità di tornare ancora una volta a teatro.