• martedì , 19 Marzo 2024

Virus e grande schermo

di Giorgio De Marchi

Questa è una di quelle storie in cui non si sa proprio se ridere o piangere. Il New York Times ha recentemente pubblicato un articolo in cui il capo disperato di un negozio di ottica nel Bronx ha riferito di aver tentato di convincere i suoi dipendenti riluttanti a farsi vaccinare. Prima ha provato un bonus in denaro. Poi ha introdotto il test obbligatorio. Tuttavia, una piccola parte dei dipendenti non ha voluto partecipare. Le scuse includevano alcuni tipici argomenti anti-vaccinazione, paura del governo, paura dei microchip. Ma una dipendente è stata più creativa nella sua sfiducia. Ha espresso infatti preoccupazione per il rischio di essere trasformata in uno zombi a causa della vaccinazione.

Di una cosa si può essere certi: tra i film visti da questa donna, vi è sicuramente “Io sono Leggenda”, il thriller post-apocalittico di Francis Lawrence che narra di come un virus geneticamente riprogettato per curare il cancro distrugga invece l’umanità. Magari la dipendente malfidente avrà pensato che si trattasse di un documentario, anche se pare difficile trovare persone che credano che il suo attore principale, Will Smith, sia un vero virologo per l’esercito degli Stati Uniti. Eppure, solo all’inizio di questa settimana, è stato necessario che uno degli sceneggiatori di “Io sono Leggenda” chiarisse che il film del 2007 è, in effetti, un’opera di finzione: “Oh. Mio. Dio”, ha twittato Akiva Goldsman, che ha co-scritto la sceneggiatura insieme a Mark Protoevich. “È un film. L’ho inventato io. Non. E’. Vero.”

In “Io sono leggenda”, liberamente tratto dal romanzo di Richard Matheson del 1954, le persone che non vengono uccise dal virus riprogettato si trasformano in zombi simili a vampiri. Questa dichiarazione è stata accolta con ironia e diffusa migliaia di volte nella più efficace macchina per massacrare la cospirazione nella storia umana, Internet, ma al contempo a volte, sfortunatamente, anche per alimentarla. In ogni caso la cospirazione zombie della vaccinazione era già nel mondo alla fine dello scorso anno, quando la campagna vaccinale era appena iniziata. Tanto che nel dicembre 2020 l’agenzia di stampa Reuters si è sentita in dovere di pubblicare un fact check molto serio in cui si spiegava che la vaccinazione non ti trasforma in uno zombie.

Altra fonte per le teorie cospirazioniste è stata la serie “Contagion”, diventata uno dei titoli più trasmessi in streaming su Netflix proprio in America. Diretto da Steven Soderbergh, “Contagion” segue i personaggi situati in un mondo che lotta per contenere il virus immaginario MEV-1. Alla luce della pandemia da Coronavirus, il film è stato visto come quasi profetico, dato che ha rappresentato la scienza in modo molto accurato, grazie al consulto con veri epidemiologi, incluso il direttore di uno dei più importanti laboratori al mondo di malattie infettive presso la Columbia University, W. Ian Lipkin.

Certo, abbuffarsi di serie e film apocalittici anche in questo periodo non meno apocalittico è concesso, ma è sicuramente consigliato guardarli con cautela.  Ritornando a “Io sono Leggenda” però non è un vaccino, ma il virus stesso a causare la transizione. Ma non è questo il punto. Infatti il fatto allarmante non è la malsana ipotesi nata nella mente di questa signora ma la mole infinita di fake-news che stilano, basandosi sulle più disperate teorie complottiste, dal 5G alle scie chimiche, dal microchip impiantato sottocute ai cosiddetti “poteri forti”, i menzogneri danni irreparabili che il vaccino può causare. In ogni caso a inizio agosto più di 160 milioni di americani sono stati completamente vaccinati. Il conteggio degli zombie, tuttavia, rimane a zero. Magari gli americani si sono dimenticati del 1938 e di quella celebre pseudo-cronaca trasmessa via radio di un assalto alieno basato su “La guerra dei due mondi” di H.G. Wells che fece impazzire i loro connazionali, ma fortunatamente oggi gli scienziati sono in grado di produrre e distribuire in sicurezza vaccini contro il Coronavirus, senza che nessuno inneschi un improvviso bisogno di attaccare Will Smith.

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