• martedì , 23 Aprile 2024

Curare l’arte del futuro

Paradossalmente oggi tutto può essere considerato arte. Gli animi sensibili solitamente colgono questo aspetto in modo positivo e filosofico, altri non riescono a comprendere l’arte nella sua mutevolezza e e quindi tendono a non capire l’arte contemporanea, arrivando addirittura a non considerarla arte vera e propria.

Maurizio Cattelan, America, 2016. 

Costituisce una forma d’arte un quadro, un grido che un artista può sentire l’urgenza di esprimere attraverso i colori, pensando a L’ansia di Munch, o le Composizioni di Kandinskij, come una fotografia, un’immagine capace di raccontare una storia, prendendo ad esempio Il bacio di Times Square scattata da Alfred Eisenstaedt, o la Ragazza afgana di McCurry. Ma anche una performance, come la toccante collaborazione artistica di Abramovic e Ulay sulla muraglia cinese intitolata The Lovers: the Great Wall Walk e, qualche anno più tardi, il loro inaspettato e commovente incontro durante la performance di lei The artist is present. Un brano musicale, che sia una poesia di De Andrè, piuttosto che una performance di David Bowie, bizzarro ed eccentrico non meno dell’amico amico Andy Warhol, oppure la musica sofisticata di Joni Mitchell e la grafica e le copertine dei suoi album, curate personalmente dalla cantautrice-pittrice, utilizzando per la maggior parte delle volte quadri, ma spesso anche elaborazioni fotografiche. Poi ancora, la stessa natura, che ha ispirato grandi artisti e letterati di tutti i tempi e da cui nasce negli anni Sessanta una forma di natura e arte che trae ispirazione dalle sue infinite forme, secondo cui, lontano dagli spazi chiusi di un museo, l’arte è creata tramite un intervento diretto sull’ambiente naturale e prende il nome di Land art in America, Arte povera in Italia, Movimento Verde in Germania.

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L’incontro tra Ulay e Marina Abramovic al MoMA. La loro ultima performance.

L’arte, quando è grande, scioglie il grumo scuro della nostra personalità, quel nodo stretto di pensieri ed esperienze, cancella persino la nostra sicurezza di appartenere ad un tempo e un luogo definiti, di avere un nome e un cognome e una storia precisi e ci disperde dentro un’energia e un ordine più vasti; sfiora le corde della nostra anima facendo risuonare i sentimenti più profondi. Ognuna di queste esperienze è per un’amante dell’arte una gioia infinita, un’apertura e una partecipazione più intensa all’esistenza, un arricchimento, un elemento da aggiungere al proprio bagaglio culturale e che contribuisce a far maturare una personale visione del mondo.

L’arte nel 2022 non è solo bellezza, ma anche sentimento, uno stimolo intellettuale, una forma di ribellione. In modo particolare il fascino dell’arte contemporanea sta nell’indipendenza da restrizioni o codici specifici, che le conferisce di oltrepassare i confini e il tempo. Non richiede alcuna spiegazione: è libera e rivoluzionaria.

Fontana, Concetto spaziale. Attese, 1967. Idropittura su tela, 65 x 54,3 cm. Museum Frieder Burda, Baden-Baden.

Non è necessariamente quella esposta nei musei, all’interno delle teche di vetro, illuminata “ad arte”, o nelle gallerie, preda di smaniosi commercianti, investitori, critici e giornalisti.

Basti pensare all’arte provocatoria di Banksy, che non rivelando la sua identità alimenta le nostre fantasie, ma al tempo stesso ci fa capire che ciò che veicola è diventato più importante di chi ne è dietro. La sua è una finissima satira che ha come soggetti: guerre, banche, sorveglianza, falso benessere, consumo irresponsabile. 

L’arte nel corso della sua storia muta la sua forma d’espressione ma ciò che è sempre presente, l’ingrediente fondamentale, è appunto la profondità di un messaggio.

Banksy, Migrant child, 2018, stencil su parete esterna. Venezia, Dorsoduro, Rio Nuovo.

Un aspetto affascinante dell’arte è la sua connettività con la nostra vita quotidiana. Prendendo ad esempio l’architettura, la sua bellezza sta nell’atto stesso di viverla in modo attivo e partecipativo, non solo contemplativo. Gli edifici vivono, si adattano e cambiano nel tempo insieme a noi. 

Incuriosisce molto la costante evoluzione del mondo dell’arte e la sua natura reazionaria in risposta ai cambiamenti della società. Il fatto stesso che l’arte oggi appaia in molteplici mezzi, dall’essere esposta in forme digitali ed esposta in luoghi pubblici, ci costringe a guardare a ogni pezzo con occhi diversi per cogliere la ricca profondità di ognuno ed esprimerla con successo. 

Una delle difficoltà che si incontrano nella curatela è rappresentata dai limiti dello stile espositivo white cube, che a volte può allontanare un’opera d’arte dal suo contesto arricchente.

Fabian Knecht, Isolation, 2020. Installation in public space at Nanterre

Un altro difficile compito del curatore è sostenere l’evoluzione dell’arte e non ostacolarla. L’arte nel corso della storia muta la sua forma e continua a voler essere percepita ogni giorno che viene in modo diverso, vuole essere continuamente riscoperta e guardata sempre sotto nuovi punti di vista, cerca di manifestarsi ovunque e diventare cosa per tutti; si sta ribellando alle barriere che l’uomo stesso le impone, le sta valicando, sta uscendo dai confini entro i quali è sempre stata rinchiusa, e custodita, e sta contagiando tutti coloro che glielo permettono.

L’arte non è stata creata per essere semplice merce di scambio, è nata per essere qualcosa di speciale, nel quale l’artista lascia un pezzetto di sé.

Lo disse Andrea Bellini, critico-curatore e direttore di una mostra mercato, due lavori di fatto agli antipodi, in un articolo: “Ho arte da vendere”, riassumendo la complessità delle fiere d’arte contemporanea. Con un pubblico di artisti, critici d’arte, curatori, direttori di musei, giornalisti e semplici appassionati, non solo di collezionisti. La volontà di trasformare la Fiera in un luogo di scoperta e di sorpresa. 

Achille Bonito Oliva disse che i curatori sono diventati dei “camerieri” al servizio delle attese del pubblico e della spettacolarizzazione, abbandonando l’impegno critico.

Il film thriller-soprannaturale Velvet Buzzsaw del 2019, scritto e diretto da Dan Gilroy, è una satira horror sul mondo dell’arte contemporanea che racconta i mostri umani meglio di quelli esoterici. 

Il mondo dell’arte contemporanea, con i suoi tic e paradossi così classici, è un’arena perfetta per la satira. Ne sanno qualcosa sia Paolo Sorrentino, che su quel terreno ha giocato ne La grande bellezza, che Ruben Ostlud, Palma d’Oro nel 2017 per The Square, pamphlet di rara crudeltà sull’argomento, film sullo squilibrio sociale e culturale, a sua volta squilibrato, aperto alla libera interpretazione.

Forse l’aspetto che definisce meglio l’arte contemporanea è la difficoltà di definirla criticamente. Prima della fine degli anni sessanta, infatti, la maggior parte delle opere poteva essere etichettata facilmente come frutto di una particolare scuola pittorica. Anche negli anni settanta e ottanta si possono notare certe tendenze come l’arte concettuale, performance art, arte femminista, pop art, graffiti. 

Carolee Schneemann. Eye Body: 36 Transformative Actions for Camera. 1963-2005. The Museum of Modern Art, New York. Gift of the artist © 2017 Carolee Schneemann (dal sito del MoMA)

L’arte dopo l’era moderna si è trasformata seguendo anche i cambiamenti economici, globali, politici e socioculturali. La sempre maggior velocità e mole di scambi di idee, risorse economiche, informazioni e cultura intorno al globo avviene anche nel mondo dell’arte. Molte delle barriere e distinzioni all’interno dell’arte sono cadute, contribuendo ad una vivacità e multidisciplinarietà tipica dell’arte contemporanea che ne ha fatto spesso la sua ragione d’essere.

Firenze il cielo cambia colore con 50.000 fuochi d’artificio, la performance di Cai Guo-Qiang:

https://video.repubblica.it/edizione/firenze/firenze-il-cielo-cambia-colore-con-50000-fuochi-d-artificio-la-performance-di-cai-guo-qiang/320167/320795

Sarebbe bene non solo limitarsi a vedere l’arte contemporanea come mera provocazione, ma provare ad andare alla ricerca della profondità nelle opere e avvicinarsi al linguaggio di artisti contemporanei come Hirst, Kapoor, Christo, Eliasson, Cai Guo-Qiang, Kusama, Saville, Gursky, Kentridge.

Christo, L’Arc de Triomphe, Wrapped, Paris, 1961-2021 

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