• giovedì , 25 Aprile 2024

La resilienza dell’anima

In un periodo difficile in cui è facile farsi prendere dallo sconforto, il Salice propone cinque riflessioni sull’ottimismo, una visione della vita analizzata sotto diversi punti di vista.

L’ottimismo e l’inganno

L’umana capacità di resilienza, rialzarsi e andare avanti anche quando non sembra esserci una via di fuga, è propria di ogni essere umano caratterizzato da una personalità forte e decisa.

Secondo Dietrich Bonhoeffer l’ottimismo è quella forza vitale, celata nelle profondità dell’animo, che permette di sperare quando gli altri si rassegnano, di sopportare i propri insuccessi e perseverare fino al raggiungimento dei propri obiettivi. Esiste anche un ottimismo vano e superficiale, all’apparenza innocuo ma letale; esso non permette di distinguere il vero dal giusto e dal buono, tutto appare al suo meglio ma “l’apparenza inganna” e quando il sottile velo si strappa, scompare anche l’illusione e ne deriva lo sconforto.

Il pessimismo della comfort-zone

Il pessimismo invece aiuta gli indecisi, li supporta nel non appartenere veramente a nessuna causa, nel non schierarsi, nel non prendere parte a discussioni che potrebbero portare all’essere ridicolizzati; aiuta coloro che non rischiano e trascorrono la propria vita nella bolla della loro comfort-zone.

La luce della speranza

Si tratta di due comportamenti opposti, propri di due diverse sfaccettature del carattere umano.

Alcuni considerano il pessimismo più saggio in quanto tiene lontani dai pericoli, testardamente incollati con i piedi per terra. Tuttavia il pessimista vede solo l’oscurità delle tenebre quando guarda al futuro. L’ottimista invece è in grado di cogliere un barlume di luminosità in fondo al tunnel e si aggrappa a quello con tutte le sue forze, rendendo sempre più vivida e vera quella flebile luce che rappresenta il progresso e la speranza in una vita migliore e felice.

Una duplice prospettiva

Questa duplice prospettiva apre migliaia di strade diverse verso il futuro a loro volta distinguibili in due principali: chi ha una visione apocalittica e negativa e chi, al contrario, si ribella a questo modo di pensare e sceglie di credere e operare per contribuire a cambiare e migliorare la realtà.

Ai giorni nostri vi sono molte situazioni che vedono schierarsi gli ignoranti e gli esperti e dietro di loro i pessimisti e gli ottimisti, gli increduli e i creduloni.

Non esiste, e forse è meglio che non esista, alcuna circostanza che metta d’accordo l’intera umanità.

(dis)interesse per l’ambiente

I cambiamenti ambientali hanno visto negli ultimi anni crescere l’interesse, o il completo disinteresse, nei loro confronti. Gli esperti già da molto prima che avesse inizio questa tempesta di informazioni, a volte sbagliate o poco attendibili, sui social network avevano condiviso la loro preoccupazione e il loro pessimismo in tal senso. Ancora oggi che la situazione continua ad aggravarsi, e sono ancora troppo pochi quelli che muovono qualche passo nella giusta direzione, gli ottimisti, quelli fuori dalla realtà, ignorano la faccenda come se non esistesse o non facesse parte della loro vita, come se da ogni singola azione che compiamo ogni giorno non dipendesse, seppur in minima parte, il destino intero dell’umanità.

Tuttavia esistono anche gli ottimisti consapevoli, come Leonardo Di Caprio che da sempre condivide e cerca di motivare a fare di più, a fare meglio; e come la giovanissima Greta Thumberg che sprona continuamente chiunque affermando che se cambiamo qualcosa adesso possiamo ancora salvare il nostro pianeta, perché non abbiamo un’altra Terra su cui scappare.

Siamo noi a poter (dover) scegliere

Siamo quasi otto miliardi e ognuno di noi può dare esempio di ottimismo o pessimismo in qualsiasi momento in base alle scelte e alle decisioni che prende quando la vita ci pone davanti a situazioni difficili, quasi impossibili.

Esistono esempi celebri di un ottimismo che è andato oltre a tutto e a tutti sovrastando la vita con la sua forza primordiale in direzione della libertà e della felicità. Uno di questi è Bebe Vio, ragazza italiana appassionata di fioretto che all’età di 11 anni fu colpita da una meningite fulminante, era già troppo tardi quando arrivò in ospedale e i chirurghi furono costretti ad amputare tutti e 4 gli arti. Adesso Beatrice, all’età di 19 anni, può dire di aver chiuso i conti con il destino avendo già ottenuto tutti i titoli possibili, diventando campionessa italiana, europea, mondiale e paralimpica di fioretto, inoltre ha la patente, vive da sola e sostiene tutti coloro che si trovano continuamente in situazioni tragiche, aiutandoli a sperare e concentrarsi su quella luce che illumina il cammino verso una nuova felicità.

Ai nostri giorni

Gli esempi sono tanti e li incontriamo tutti i giorni nella nostra quotidianità.

Il 2020 è un anno che se non altro possiamo definire particolare, unico. Viviamo in un periodo di crisi e non abbiamo idea di ciò che ci aspetterà né nell’immediato futuro né tra anni.

La solitudine ci fa da compagna giorno e notte, permette di riordinare i pensieri e prendere un respiro profondo prima di tornare fuori, perché la solitudine è funzionale alla vita comune, a lungo andare potrebbe farci più male che bene. Siamo essere viventi e abbiamo bisogno del sostegno datoci da altri uomini, non siamo fatti per vivere soli.

Non sappiamo come usciremo da questa situazione ma l’importante è cercare di trovare un po’ di ottimismo dentro di noi e sperare che un giorno, vicino o lontano che sia, potremo aprire la porta di casa e uscire per le strade, senza bisogno di stare lontani da ogni forma di vita e senza dover indossare le mascherine: potremo tornare alle vite che conducevamo fino a pochi mesi fa.

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